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domenica 6 novembre 2022

PERCHÉ LA LITURGIA È BELLA?

 



 

Il bello sensibile prodotto dalla creatività dell'uomo è al servizio della gloria di Dio e dell'incontro salvifico con Dio che i battezzati sono chiamati a vivere. La liturgia ha bisogno della bellezza non come una sovrastruttura ornamentale ma per sua intrinseca natura, perché l'“oggetto” stesso che celebra - il mistero di Dio che ha il suo culmine nella Pasqua di Cristo - è splendore di bellezza.

Come canta un antico inno “ci ha raccolti in unità l'amore di Cristo”: ecco ciò che conferisce alla liturgia la sua dimensione estetica. Dio è amore (1 Gv 4,8): questa è la vera bellezza divina. Ogni liturgia attualizza questa storia d'amore con Dio per l'umanità. Più che da quello che ci inventiamo, la bellezza della liturgia scaturisce dall’iniziativa divina, che spazza via tutte le nostre mediocrità e ci predispone, gli uni accanto agli altri, in vista di un fine che ci supera. La bellezza nella liturgia non è qualcosa di statico ma di dinamico, vivente: è Dio stesso presente. La liturgia è il luogo dove la preghiera dà spazio all’irrompere della bellezza e grandezza di Dio.

Per estensione la liturgia e splendore di bellezza anche nei “santi segni” della sua ritualità: è bellezza nei canti, nella musica, nell’arte e nell'architettura sacra, nell'icone, nell'arredo e nelle vesti liturgiche, nella stessa arte di celebrare.

 

Fonte: Loris Maria Tomassini, Nel segno della bellezza. Bellezza, liturgia e sensi spirituali, Cittadella 2022, pp. 53-54.