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venerdì 2 giugno 2023

SANTISSIMA TRINITA’ (A) – 4 Giugno 2023

 



 

 

Es 34,4b-6.8-9; Dn 3,52-56; 2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18

 

 

Celebrare la solennità della Santissima Trinità, più che professare un dogma, significa celebrare la storia della nostra salvezza, di cui Dio è il principale protagonista, quel Dio che si è reso visibile nel suo Figlio fatto carne e che continua la sua opera in mezzo a noi attraverso l’azione dello Spirito Santo. Il mistero della santa Trinità ci appare così il mistero di un’infinita presenza che avvolge la nostra esistenza e le spalanca davanti le profondità della vita divina.

 

Le tre letture, che ci vengono proposte nella messa, tracciano come un itinerario di rivelazione progressiva del mistero di Dio uno e trino agli uomini: un Dio che si rivela come “Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà” (prima lettura); un Dio che salva: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (vangelo); un Dio che rimane sempre con noi: “vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi” (seconda lettura). Dio ci si è rivelato nel Padre come creatore e Signore dell’universo, principio e fine di ogni cosa; nel Figlio incarnato come salvatore e redentore; e nello Spirito Santo, effuso nei nostri cuori, come forza e presenza santificante.

 

Dio non si presenta con potenza o con pretese di dominio o sudditanza, ma come colui che ama e genera comunione, quel legame, cioè, di intimità e unità che solo l’amore conosce e può diffondere. Il mistero trinitario offre l’immagine di un Dio ricco di rapporti in sé e come tale rivelatosi operante nella storia. Il fatto quindi che Dio sia ricco di relazioni, uno nella distinzione delle persone in pienezza di vita, ha delle conseguenze inimmaginabili per la comprensione dell’uomo, del mondo e della società. Tutto ciò si esprime nella dimensione della comunione e del dialogo. 

 

È famosa l’affermazione di Kant: “la dottrina sulla Santa Trinità non porta nessuna utilità nella vita quotidiana”, parole che esprimono forse l’opinione di molti cristiani. Invece per Gesù il mistero trinitario è la radice, il punto di riferimento della sua missione quando si rivolge al Padre con questa toccante preghiera: “perché tutti siano una cosa sola, come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi […] siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amato come hai amato me” (Gv 17,21-23).