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domenica 12 novembre 2023

I NEMICI DELLA CARNE

 



A Buddha, insieme a Pitagora, dobbiamo una delle due filosofie che hanno gettato le basi dell'alimentazione non violenta. Per uno strano scherzo del destino, sono vissuti entrambi nel sesto secolo prima di Cristo, ma in due mondi paralleli, l'India è stata l'orizzonte del primo, l'Italia greca la patria di elezione del secondo.

A dire il vero, sia Buddha sia Pitagora pensano da filosofi più che da religiosi. L'uno e l'altro, infatti, elaborano una riflessione sulla vita e sul rapporto tra l'uomo e le altre creature. E propongono un'alimentazione al servizio della pace interiore e dell'armonia. E soprattutto condannano i sacrifici animali che a quel tempo sono una pratica frequentatissima tanto nel mondo orientale che in quello occidentale. Così il vegetarianismo diventa molto più di una dieta. È a tutti gli effetti una obiezione di coscienza alimentare in nome dei diritti del vivente. E al tempo stesso una presa di posizione politica. Molte altre fedi dopo di loro promuoveranno l'embargo alla caccia e alla pesca. In Asia, per limitarci agli esempi più significativi, verranno i seguaci di Krishna e i seguaci di Jina il Vittorioso. Nel Mediterraneo si avvicenderanno orfici, neoplatonici, ermetici, gnostici e manichei, e nel Medioevo bogomili e catari, conosciuti anche come albigesi. Fino ai vegetariani e vegani di oggi, che evitano di cibarsi di altre creature viventi non per obbedire a un comandamento di Dio, ma per togliere un peso dalla coscienza dell'io.

 

Fonte: Elisabetta Moro – Marino Niola, Mangiare come Dio comanda (Vele 213), Giulio Einaudi editore, Torino 2023, pp. 121-122.