Pierre Riches, Note di catechismo per gli ignoranti colti (Introduzione di Giorgio
Manganelli), Gallucci, Roma 2016. 223 pp.
Pierre Riches, è nato in Alessandria
di Egitto. Di famiglia ebrea, si è convertito al cristianesimo a 23 anni. Diventato
sacerdote e poi studioso di teologia, ha insegnato in diverse università del
mondo. Durante il concilio Vaticano II è stato consigliere del cardinale Eugène
Tisserant.
Il titolo di questo piccolo libro è
curioso, ma è espressione di una situazione reale. Infatti, sono rari i
cattolici (anche eruditi nei diversi campi delle scienze) capaci di enunciare
con chiarezza i principi fondamentali della propria fede, o che sappiano dire
come e perché essa sia diversa, per esempio, dall’islamismo.
Lo stile del testo è leggero. Si
tratta però di un libro concettualmente denso. Tratta sinteticamente una
settantina di temi. Propongo in seguito quanto si dice sulla Chiesa pp. 87-89:
“Cristo non è più sulla terra. Dio
sa che noi uomini abbiamo bisogno di contatti costanti: quando amiamo, vogliamo
la persona che amiamo sempre presente; e se non è presente, vogliamo sempre un
segno: una lettera, una telefonata, (non solo per ‘sentimento’ ma per potere
continuare il nostro rapporto che si sviluppa anche – necessariamente –
attraverso il ‘materiale’).
Proprio per questo, Cristo ha
lasciato due segni visibili di se stesso: la Chiesa ed i Sacramenti, vivificati
entrambi dallo Spirito Santo che è ancora Dio.
Una cosa che mi ha sempre colpito e
che non ho mai visto trattata teologicamente (se non un poco nella teologia
della Chiesa orientale) è che nella dottrina cristiana si parla correntemente
di tre corpi di Cristo: il corpo del Gesù storico ora ‘in cielo’, il corpo ‘mistico’
che è la Chiesa, il corpo presente realmente nel sacramento dell’Eucaristia.
Su ognuno di questi corpi sono stati
scritti volumi e volumi, ma sul rapporto fra i tre, conosco ben poco. Mi sembra
invece di enorme interesse: qui non possiamo che accennarne dando un rapido
sguardo alla Chiesa e ai Sacramenti.
La Chiesa è il Corpo di Cristo
rimasto fra noi; i Sacramenti sono uno dei modi in cui questo Corpo agisce
visibilmente ed efficacemente. E’ lì che oggi bisognerebbe vedere e sentire
Cristo. Non bisognerebbe mai dividere queste tre cose: Cristo, Chiesa,
Sacramenti.
Purtroppo le vicende storiche hanno
fatto della Chiesa in tempi diversi e in paesi diversi, un mostro che per molti
è difficile guardare senza reazioni passionali negative. Non avendo una visione
generale, non si vede più Cristo, non si sente più Cristo. Invece di essere
via, la Chiesa, nel suo contesto storico, è qui ostacolo. Non è di quella
Chiesa che parlo qui, o meglio è anche di quella Chiesa, ma non solo di quella
(v. cap. 60).
La Chiesa è certo una istituzione, è
certo anche un complesso di edifici visibili, ma è soprattutto testimone di
Cristo e distributrice di sacramenti.
E’ il corpo di Cristo che si fa
vedere e, nelle sue punte, nei suoi santi, agisce come Cristo, cioè con amore;
testimoniando, insegnando e operando sul piano umano, distribuendo Grazia nei
sacramenti sul piano soprannaturale.
La Chiesa non è soltanto il papa ed
i vescovi, i preti e le suore; non gli edifici, ma è tutto il ‘popolo di Dio’
come insiste a chiamarla il concilio Vaticano II. E’ la totalità di tutti i
battezzati nel tempo e nello spazio, o meglio ancora, nella dizione antica, è
la totalità di tutti gli uomini della Chiesa militante – quella ancora in terra
– della Chiesa purgante – quella in purgatorio – e della Chiesa trionfante –
quelli in paradiso. Queste tre parti della Chiesa sono indissolubilmente legate
e insieme formano il Corpo di cui Cristo – risorto e trionfante – è il Capo”.