Zc 12,10-11: Guarderanno a me, colui che hanno trafitto
Sal 62: Ha sete di te, Signore, l’anima mia
Gal 3,26-29: Voi siete figli di Dio mediante la fede in
Cristo Gesù
Lc 9,18-24: Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua
Se vogliamo riassumere in
poche e semplici parole il contenuto della parola di Dio di questa domenica,
possiamo dire che ci viene ricordato che, sull’esempio di Gesù, si entra nella
gioia passando attraverso la prova della croce. La prima lettura riporta un breve testo del profeta Zaccaria in
cui si parla profeticamente del Cristo “trafitto” (cfr. Gv 19,37). Nella
liturgia di questa domenica, questo brano profetico ha lo scopo principale di
preparare le parole di Gesù riportate dal vangelo (Lc 9,18-24), dove il Signore
afferma: “se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la
sua croce ogni giorno e mi segua”. Dopo l’annuncio della passione Gesù invita
tutti a seguirlo portando ogni giorno la propria croce anche a rischio di
perdere la propria vita. Si tratta di assumere esistenzialmente il destino di
Gesù come destino nostro. Il testo di san Luca parla di un atteggiamento
perseverante, bisogna cioè portare la propria croce “ogni giorno”. Ciò
significa che il legame con Gesù deve mostrarsi indissolubile e dev’essere
rinnovato di fronte a ogni nuova situazione di ostacolo o di prova.
Il messaggio della seconda
lettura si collega facilmente al tema
del vangelo odierno che abbiamo brevemente illustrato sopra. San Paolo ricorda
che l’esperienza battesimale opera una ricostruzione radicale del nostro essere
(cfr. Rm 6), per cui si può affermare che non siamo più noi che viviamo, ma Cristo
in noi (cfr. Gal 2,20).
Alla luce della parola di
Dio di quest’oggi il mistero della sofferenza trova un senso in Cristo. Chi
soffre per una giusta causa partecipa alla sofferenza del Cristo e collabora
con lui alla continua trasformazione e liberazione degli uomini.