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mercoledì 24 agosto 2016

San Giuseppe di Calasanzio, prete (25 agosto)



 
Giuseppe Calasanzio nacque a Peralta de la Sal, Aragona settentrionale (Spagna), nell’anno 1557, ed è morto a Roma il 25 agosto 1648. Dopo un tentativo di vita eremitica, si recò a Roma per certe pratiche con la Santa Sede. Colpito dall’ignoranza e abbandono, in cui vivevano i ragazzi di Trastevere, fondò nella parrocchia di santa Dorotea la prima scuola gratuita. Non tardò a incontrare collaboratori e fondò la Congregazione dei Chierici Regolari delle Scuole Pie. In seguito, dopo diverse vicende, la Congregazione si trasformò in Ordine dei Chierici Regolari dei Poveri della Madre di Dio e delle Scuole Pie (Scolopi). Il MR 1962 venera il santo educatore il 27 agosto, il MR 2002 ne fa memoria nel suo “dies natalis”.
 

Colletta del MR 1962:

Deus, qui per sanctum Iosephum Confessorem tuum, ad erudiendam spiritu intelligentiae ac pietatis iuventutem, novum Ecclesiae tuae subsidium providere dignatus es: praesta, quaesumus; nos eius exemplo et intercessione, ita facere et docere, ut praemia consequamur aeterna.

 

Colletta del MR 2002:

Deus, qui beatum Iosephum presbyterum tanta caritate et patientia decorasti, ut pueris erudiendis omnique virtute exornandis constanter incumberet, concede, quaesumus, ut, quem sapientiae praeceptorem colimus, veritatis cooperatorem iugiter imitemur.

 

“O Dio, che hai dato al tuo sacerdote san Giuseppe Calasanzio doni straordinari di carità e di pazienza per consacrare la sua vita all’insegnamento e all’educazione dei giovani, concedi a noi, che lo veneriamo maestro di sapienza, di essere come lui cooperatori della tua verità”.

 

La nuova colletta del MR 2002 è costruita con parole tratte dalle pagine degli “Scritti” di san Giuseppe Calasanzio sull’educazione dei fanciulli, riportate dall’Ufficio delle letture. Infatti il santo dice che “la missione educatrice richiede molta carità, pazienza a tutta prova”, e più avanti afferma che l’educatore si sente, tra l’altro, scelto da Dio “come cooperatore della verità”. Carità e pazienza le dimostrò il santo in modo particolare anche di fronte alle invidie e calunnie quando finì per essere destituito dall’incarico  di superiore generale del suo Ordine.