Giuseppe
Calasanzio nacque a Peralta de la Sal, Aragona settentrionale (Spagna),
nell’anno 1557, ed è morto a Roma il 25 agosto 1648. Dopo un tentativo di vita
eremitica, si recò a Roma per certe pratiche con la Santa Sede. Colpito
dall’ignoranza e abbandono, in cui vivevano i ragazzi di Trastevere, fondò
nella parrocchia di santa Dorotea la prima scuola gratuita. Non tardò a
incontrare collaboratori e fondò la Congregazione dei Chierici Regolari delle
Scuole Pie. In seguito, dopo diverse vicende, la Congregazione si trasformò in
Ordine dei Chierici Regolari dei Poveri della Madre di Dio e delle Scuole Pie
(Scolopi). Il MR 1962 venera il santo educatore il 27 agosto, il MR 2002 ne fa
memoria nel suo “dies natalis”.
Colletta del
MR 1962:
Deus, qui per sanctum Iosephum Confessorem
tuum, ad erudiendam spiritu intelligentiae ac pietatis iuventutem, novum
Ecclesiae tuae subsidium providere dignatus es: praesta, quaesumus; nos eius
exemplo et intercessione, ita facere et docere, ut praemia consequamur aeterna.
Colletta del
MR 2002:
Deus, qui beatum Iosephum presbyterum tanta
caritate et patientia decorasti, ut pueris erudiendis omnique virtute
exornandis constanter incumberet, concede, quaesumus, ut, quem sapientiae
praeceptorem colimus, veritatis cooperatorem iugiter imitemur.
“O Dio, che
hai dato al tuo sacerdote san Giuseppe Calasanzio doni straordinari di carità e
di pazienza per consacrare la sua vita all’insegnamento e all’educazione dei
giovani, concedi a noi, che lo veneriamo maestro di sapienza, di essere come
lui cooperatori della tua verità”.
La nuova
colletta del MR 2002 è costruita con parole tratte dalle pagine degli “Scritti”
di san Giuseppe Calasanzio sull’educazione dei fanciulli, riportate
dall’Ufficio delle letture. Infatti il santo dice che “la missione educatrice
richiede molta carità, pazienza a tutta prova”, e più avanti afferma che
l’educatore si sente, tra l’altro, scelto da Dio “come cooperatore della
verità”. Carità e pazienza le dimostrò il santo in modo particolare anche di
fronte alle invidie e calunnie quando finì per essere destituito
dall’incarico di superiore generale del
suo Ordine.