Sap 18,3.6-9: La notte (della
liberazione) fu preannunciata ai nostri padri
Sal 32 (33): Beato il popolo
scelto dal Signore
Eb 11,1-2.8-19: La fede è fondamento
di ciò che si spera
Lc 12,32-48: Siate pronti, con
le vesti strette ai fianchi e le lampade accese
L’antifona d’ingresso, riprendendo parole del Sal 73, ci
invita a rinvigorire la nostra fede nel progetto di Dio su di noi: “Sii
fedele, Signore, alla tua alleanza…” La prima lettura, tratta dal libro della
Sapienza, parla della “notte della liberazione”, quando Dio, fedele alla parola
data ai patriarchi, liberò il suo popolo dall’oppressione dell’Egitto. Dio è
sempre fedele alle sue promesse. Chi si appoggia a lui non deve temere nulla,
perché “egli è nostro aiuto e nostro scudo”. In questo contesto, il ritornello
del salmo responsoriale ci invita a ripetere: “Beato il popolo scelto dal
Signore”. Tema unificante i diversi testi è la fiducia in un Dio fedele.
L’allusione alla notte pasquale
dell’Esodo è evidente nel brano evangelico, in particolare in quelle parole di
Gesù quando egli afferma: “siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le
lampade accese”, atteggiamento tipico di chi si appresta a mettersi in viaggio
come gli Ebrei in quella notte, alla vigilia della loro fuga verso la libertà. La condizione
di pellegrini verso la terra promessa degli Ebrei nella prima Pasqua è la
condizione nostra di tutta intera la vita. Tutta la nostra esistenza terrena può
essere considerata una Pasqua, cioè un rito di passaggio. Diverse generazioni
cristiane vissero nella convinzione che Cristo sarebbe tornato nel cuore della
grande notte pasquale, immagine della lunga attesa della Chiesa, tema
illustrato dalla prima parabola della lettura evangelica. L’amore con cui
riusciamo a stare svegli nel nostro cammino terreno ci orienta alla speranza.
Assieme all’amore e alla speranza si intreccia la fede, di cui parla la seconda
lettura: “la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si
vede”. Modelli di questa fede sono Abramo e Sara.