Pietro
Canisio [Kanijs] (Nimega, 1521 – Friburgo, Svizzera, 21 dicembre 1597), studiò
a Colonia e a Lovanio, a 22 anni entrò nella Compagnia di Gesù, diventando
l’ottavo membro – e il primo tedesco – dell’ordine dei gesuiti fondato pochi
anni prima. Partecipò come teologo al concilio di Trento, e quindi appartiene
alla prima generazione di riformatori tridentini. Come altri controvertisti
postridentini, è stato chiamato “il martello degli eretici”. Il Messale Romano
1962 lo ricorda il 27 aprile; il Messale Romano 2002 ne fa memoria il 21
dicembre, giorno della sua morte.
Colleta
del MR 1962:
Deus, qui ad tuendam catholicam fidem beatum
Petrum Confessorem tuum virtute et doctrina roborasti: concede propitious; ut,
eius exemplis et monitis, errantes ad salutem resipiscant, et fideles in
veritatis confessione perseverant.
Colletta
del MR 2002:
Deus, qui ad tuendam catholicam fidem virtute
et doctrina beatum Petrum presbyterum roborasti, eius intercession concede, ut,
qui veritatem quaerunt, te Deum gaudenter inveniant, et in tua confessione
populous credentium perseveret.
“O Dio, che
hai suscitato in mezzo al tuo popolo san Pietro Canisio, sacerdote pieno di
carità e di sapienza, per confermare i fedeli nella dottrina cattolica, concedi
a quanti cercano la verità, la gioia di trovarti e a coloro che credono, la
perseveranza nella fede”.
La prima
parte delle due collette ricorda che san Pietro Canisio è stato pieno di carità
(virtus) e di sapienza. Nella
supplica, invece, le due collette si esprimono con una variante significativa:
nel MR 1962 si chiede che coloro che sono nell’errore, ricuperino la salvezza;
nel MR 2002 si chiede invece che quanti cercano la verità, abbiano la gioia di
trovare Dio. C’è quindi un cambiamento di mentalità nei confronti dell’errante,
sulla scia del Vaticano II che nella Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae (n. 11) afferma: “Dio
chiama certamente gli uomini a servirlo in spirito e verità, perciò essi sono
vincolati in coscienza, ma non sono coartati. Egli, infatti, ha riguardo della
dignità della persona umana da lui creata, che deve essere guidata da decisione
personale e godere di libertà”.