Qualche giorno fa, nel post “A proposito delle solite critiche
alla riforma liturgica”, un Anonimo si domandava: “E' vero che la preghiera eucaristica
è stata riscritta all'ultimo minuto in una trattoria di Trastevere?” La domanda
non mi scandalizza. Mi spiego. E’ vero che delle “nuove” 3 preghiere
eucaristiche si è parlato per prima volta in una cena gustando un eccellente
vino della Mosella. Lo racconta Bernard Botte nelle sue memorie o “ricordi” (p.
209). La commissione del Consilium per la riforma dell’Ordinario della Messa
era presieduta da Monsignor Wagner, direttore dell’Istituto di Treviri.
Racconta Botte: “Siccome mi trovavo a Treviri con il mio gruppo di lavoro, fui
invitato una sera a cena da Monsignor Wagner insieme al Professor Vogel. Fu
gustando un eccellente vino della Mosella che ci confidò un segreto: era stato
chiamato da Paolo VI che l’aveva incaricato di redigere tre nuove preghiere
eucaristiche da utilizzare oltre al Canone romano”.
In seguito, Mons. Wagner con un gruppo di una quindicina di
esperti, tra i quali il Prof. Fischer, Mons. Schnitzler, P. Jungmann, P.
Bouyer, P. Gy, Dom Vagaggini e lo stesso Botte, si radunarono a Locarno per la
durata di una settimana intera di lavoro. Per la prima delle tre nuove
preghiere, si pensò ispirarsi all’anafora della Tradizione Apostolica, la seconda sarebbe stata di tipo gallicano e
la terza di tipo orientale. Quando si prese in esame la preghiera di tipo
orientale, alcuni (tra i quali Bouyer e Botte) credevano che la soluzione più
logica era quella di prendere una anafora orientale e tradurla, e proponevano
quella di san Basilio di rito alessandrino. A questa proposta si oppose Vagaggini che obiettava che questo avrebbe
messo in difficoltà i cattolici latini. Abituati a considerare che la
consacrazione si compie con le parole di Cristo, non avrebbero compreso il
senso di una successiva “invocazione consacratoria” dello Spirito Santo. Quando
si radunò il Consilium, P. Bouyer difese l’anafora di san Basilio e Vagaggini
ricordò quanto aveva detto nel raduno degli esperti. Il risultato della
discussione fu di quindici pro e
quattordici contra. Il card.
Confalonieri, che presiedeva la riunione, ritenne insufficiente la maggioranza
e pensò che fosse necessario riferire al Papa. Alla fine, come si sa, è stato
il testo di Vagaggini, ispirato alle anafore orientali, a diventare la terza
preghiera eucaristica del Messale Romano.
Se poi alcuni esperti del gruppo si sono radunati per una cena
in una trattoria di Trastevere e hanno commentato qualcosa al riguardo, non
credo tolga serietà al lavoro fatto.