Agata
subì il martirio a Catania, probabilmente sotto l’imperatore Decio (251). Nel
canone romano il suo nome è associato a quello di santa Lucia. L’antico Martirologio geronimiano (secolo V)
colloca la sua “deposizione” al 5 febbraio, data in cui la memoria della santa
è stata sempre celebrata nella liturgia romana. Il papa san Simmaco (498-514) introdusse il culto della santa a Roma. E nel secolo VI sant’Agata era
venerata sia in Occidente che in Oriente.
Colletta
del MR 1962:
Deus, qui inter cetera potentiae tuae
miracula etiam in sexu fragili victoriam martyrii contulisti: concede
propitius; ut, qui beatae Agathae Virginis et Martyris tuae natalicia colimus,
per eius ad te exempla gradiamur.
Colletta
del MR 2002:
Indulgentiam nobis, quaesumus, Domine,
beata Agatha virgo et martyr imploret, quae tibi grata semper exstitit et
virtute martyrii et merito castitatis.
“Donaci,
Signore, la tua misericordia, per intercessione di sant’Agata, che risplende
nella Chiesa per la gloria della verginità e del martirio”.
La
colletta del Messale Romano del 1962 fa un generico riferimento all’imitazione degli esempi
della santa. La colletta del Messale Romano del 2002 è presa con qualche leggera variante
redazionale dal Sacramentario Gregoriano
Adrianeo, n. 131: “Indulgentiam
nobis, domine, beata agathe martyr imploret, quae tibi semper existit et merito
castitatis et tuae professione virtutis”. Notiamo che la traduzione
italiana non distingue tra la “virtus”
del martirio e il “merito” della
castità del testo latino del Messale, forse perché sia il martirio che la
castità pur essendo anzitutto doni della potenza della grazia di Dio sono anche
merito della creatura umana. Altre traduzioni, come quella spagnola, conservano l'espressione del testo latino: "...por la fortaleza che mostrò en su martirio y por el mérito de su castidad". Giustamente, poi, il MR 2002, come la prima
edizione del 1970, ha cancellato il riferimento al sesso fragile (“sexu fragili”) del MR 1962; si tratta di
una espressione che non corrisponde all’attuale visione che si ha della
donna.