Dominus
vobiscum… “Il Signore con voi” è parola ottativa e,
insieme, dichiarativa – l’assenza di una forma verbale in latino non permette
di escludere nessuna delle due sfumature –, quale augurio della presenza
benedicente del Signore con il suo popolo (“Il Signore sia con voi”) e, a un
tempo, quale constatazione , affermazione e richiamo della sua presenza (“Il
Signore è con voi”). Nella comprensione dei Padri il saluto rappresentava l’elemento
più importante dei riti iniziali, tanto che Ottato di Milevi scriveva che “il
vescovo non inizia a dire nulla al popolo se prima non ha salutato nel nome di
Dio (in nomine Dei populo salutaverit [Trattato contro ii donatisti VII,6,4] ).
Sant’Agostino,
quando descrive la messa della domenica di Pasqua, afferma: “Avanzammo verso il
popolo, la chiesa era piena e risuonava di voci di gioia… Salutai il popolo (salutavi populum) e di nuovo gridavano
con voce più fervorosa le medesime acclamazioni. Ottenuto finalmente il
silenzio, furono letti i testi liturgici della sacra Scrittura” [La città di Dio 22,8.23]. In tal modo la
salutatio costituiva la memoria
celebrativa del Cristo risorto che, entrato nel cenacolo, rivolse alla sua
comunità il saluto e l’augurio di pace (cf. Lc 24,36; Gv 20,19.21.26).
La risposta
dell’assemblea, “E con il tuo spirito”, potrebbe essere un semitismo, come per
dire: “E anche con te” (cf. 2Tm 4,22; Fm 25; Gal 6,18), sebbene non sia mancato
fin dall’antichità chi vi ha scorto un riferimento all’inabitazione dello
Spirito santo nell’intimo del credente e – in modo tutto particolare – in coloro
che hanno ricevuto il sacramento dell’ordine, in forza dello Spirito.
Come
annotava Jungmann, “questa forma di saluto provoca, inoltre, una replica da
parte della comunità, e la formula religiosa in cui l’uno e l’altra sono
concepiti, rafforza il vincolo della fraternità tra celebrante e fedeli e
concorre a creare quella particolare atmosfera nella quale si percepisce la
vicinanza di Dio e deve compiersi il rito liturgico” [Missarum sollemnia I, p. 295].
Fonte: Sintesi liberamente
fatta partendo dal testo pubblicato nel volume Un solo corpo. Mistagogia della liturgia eucaristica attraverso i testi
dei padri latini, Qiqajon, Comunità di Bose 2016, pp. 343-351.