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domenica 23 aprile 2017

DOMINUS VOBISCUM


 
Dominus  vobiscum… “Il Signore con voi” è parola ottativa e, insieme, dichiarativa – l’assenza di una forma verbale in latino non permette di escludere nessuna delle due sfumature –, quale augurio della presenza benedicente del Signore con il suo popolo (“Il Signore sia con voi”) e, a un tempo, quale constatazione , affermazione e richiamo della sua presenza (“Il Signore è con voi”). Nella comprensione dei Padri il saluto rappresentava l’elemento più importante dei riti iniziali, tanto che Ottato di Milevi scriveva che “il vescovo non inizia a dire nulla al popolo se prima non ha salutato nel nome di Dio (in nomine Dei populo salutaverit [Trattato contro ii donatisti VII,6,4] ).

Sant’Agostino, quando descrive la messa della domenica di Pasqua, afferma: “Avanzammo verso il popolo, la chiesa era piena e risuonava di voci di gioia… Salutai il popolo (salutavi populum) e di nuovo gridavano con voce più fervorosa le medesime acclamazioni. Ottenuto finalmente il silenzio, furono letti i testi liturgici della sacra Scrittura” [La città di Dio 22,8.23]. In tal modo la salutatio costituiva la memoria celebrativa del Cristo risorto che, entrato nel cenacolo, rivolse alla sua comunità il saluto e l’augurio di pace (cf. Lc 24,36; Gv 20,19.21.26).

La risposta dell’assemblea, “E con il tuo spirito”, potrebbe essere un semitismo, come per dire: “E anche con te” (cf. 2Tm 4,22; Fm 25; Gal 6,18), sebbene non sia mancato fin dall’antichità chi vi ha scorto un riferimento all’inabitazione dello Spirito santo nell’intimo del credente e – in modo tutto particolare – in coloro che hanno ricevuto il sacramento dell’ordine, in forza dello Spirito.

Come annotava Jungmann, “questa forma di saluto provoca, inoltre, una replica da parte della comunità, e la formula religiosa in cui l’uno e l’altra sono concepiti, rafforza il vincolo della fraternità tra celebrante e fedeli e concorre a creare quella particolare atmosfera nella quale si percepisce la vicinanza di Dio e deve compiersi il rito liturgico” [Missarum sollemnia I, p. 295].

 

Fonte: Sintesi liberamente fatta partendo dal testo pubblicato nel volume Un solo corpo. Mistagogia della liturgia eucaristica attraverso i testi dei padri latini, Qiqajon, Comunità di Bose 2016, pp. 343-351.