Il
termine latino adventus (traduzione del greco parousía o anche epipháneia), nel linguaggio cultuale pagano significava la
venuta annuale della divinità nel suo tempio per visitare i suoi fedeli. Il Cronografo romano del 354 usa la formula
Adventus Divi per designare il giorno anniversario dell’ascesa al trono
di Costantino. Negli autori cristiani dei secoli III-IV, adventus è, tra
l’altro, uno dei termini classici per indicare la venuta del Figlio di Dio in
mezzo agli uomini, la sua manifestazione nel tempio della sua carne[1].
Il termine negli antichi Sacramentari
romani viene adoperato per indicare sia la venuta del Figlio di Dio nella
carne, l’adventus secundum carnem, che il suo ritorno alla fine dei
tempi: in secundo cum venerit in maiestate sua (GrH, n. 813). Se Adventus,
Natale, Epiphania esprimono la stessa realtà fondamentale, ci
domandiamo come Adventus è passato a designare il periodo liturgico
preparatorio al Natale.
Alla fine del IV secolo, troviamo
in Gallia e in Spagna le prime tracce di un tempo di preparazione all’Epifania.
La testimonianza più antica sarebbe un testo attribuito a sant’Ilario di
Poitiers (+ 367), dove si parla di tre settimane preparatorie all’Epifania[2].
Il canone 4 del Concilio I di Zaragoza, celebrato nell’anno 380, invita i
fedeli a frequentare l’assemblea durante le tre settimane che precedono la
festa dell’Epifania[3]. E’
un periodo che ha un carattere vagamente ascetico senza specifiche espressioni
liturgiche. Sembra che si tratti di un tempo di preparazione al battesimo che
nelle Chiese ispano-gallicane si conferiva, secondo l’uso orientale, nel giorno
dell’Epifania. Nel V secolo abbiamo informazioni più precise in Gallia; la
notizia più importante è l’ordinamento del digiuno di Perpetuo di Tours (+
490). Si tratta di un digiuno tre volte la settimana nel tempo che va dalla
festa di san Martino (11 novembre) a Natale. J.A. Jungmann crede che questa
disposizione si fonda su una originaria “Quaresima di san Martino”[4].
Nella Chiesa di Roma, dove la
celebrazione del battesimo nell’Epifania non è stato mai in vigore, non si
hanno notizie di una preparazione al Natale prima della seconda metà del secolo
VI; essa però fin dalla sua origine è stata una specifica istituzione
liturgica. I più antichi documenti al riguardo sono i testi liturgici del GeV
e, in seguito, quelli del GrH. I formulari delle Tempora del mese di dicembre
ebbero un significato indipendente dalla preparazione al Natale.