Ger 23,1-6; Sal 22 (23); Ef
2,13-18; Mc 6,30-34
Il brano evangelico di questa
domenica lascia intravedere uno spaccato di umanità del Figlio di Dio. Gesù
rivolgendosi agli apostoli, che ritornano dalla missione a cui erano stati
mandati, li invita a riposarsi un po’: “Venite in disparte, voi soli, in un
luogo deserto, e riposatevi un po’ ”. Gesù vuole rimanere solo con i suoi
apostoli dopo la loro prima esperienza missionaria. Egli si prende cura dei
suoi discepoli, della loro fatica, della loro stanchezza. Più avanti ancora, ci
viene raccontato che la folla cui Gesù con i suoi discepoli si era sottratto,
lo segue nella solitudine. Vedendo la gran folla che accorreva da lui, Gesù
“ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si
mise a insegnare loro molte cose”. Gesù si commuove e mette a disposizione di
questa gente il suo insegnamento, anzi mette se stesso a disposizione di quanti
hanno bisogno di lui. L’atteggiamento di Gesù nei confronti della folla sta a
significare che la misericordia di Dio è offerta a tutti.
Nella seconda lettura, san
Paolo sottolinea che fonte di pace, di vita autentica dell’uomo con Dio e
dell’uomo con l’uomo non è più la legge ma una persona che si è data senza
riserve per gli altri, Cristo Gesù: “Egli infatti è la nostra pace”: perché “è
colui che di due (popoli) ha fatto una cosa sola”, perché la sua logica porta
ad eliminare ogni squilibrio, a distruggere ciò che è “muro di separazione”,
fonte di “inimicizia”, in una parola ciò che oppone uomo a uomo, popolo a
popolo. In Gesù si compie la parola profetica di Geremia (cf. prima lettura),
il quale, dopo la denuncia contro i pastori malvagi del suo tempo che hanno
condotto il popolo di Dio alla rovina, annuncia che Dio invierà un re giusto
per far ripartire la storia dell’alleanza con il suo popolo. Il nome di questo
re è “Signore-nostra-giustizia”, cioè nostra salvezza. Gesù Cristo, il buon
pastore, mandato come re e salvatore, è la parola divina di pace rivolta a
tutti gli uomini, mediatore della nostra pace con Dio, punto d’incontro di noi
con Dio e dell’uomo con l’uomo.
Come gli apostoli al ritorno
della loro faticosa missione e come la grande folla che seguiva Gesù, anche noi
non possiamo fare a meno della “compassione” del Maestro nelle nostre ricerche
e nelle nostre fatiche; non possiamo gestire autonomamente i nostri progetti;
abbiamo bisogno di riposare in qualcuno che possa dare sicurezza e consistenza
al nostro quotidiano impegno, abbiamo bisogno della parola illuminata e
illuminante del Signore. Tutti abbiamo bisogno di riposo, di qualche forma di
vacanza, di trovare ogni tanto uno spazio di silenzio, ma abbiamo anche grande
bisogno di preghiera, di autentico incontro con Dio e con i fratelli per non
smarrire il senso profondo della nostra vita, del nostro agire e del nostro
sperare. La celebrazione eucaristica domenicale è un momento in cui ci è dato
di realizzare questo vero incontro con Dio e con i fratelli. Non sprechiamolo!