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domenica 24 febbraio 2019

L’INCENSO





Silvio Barbata, Un simbolo “in-vita”. L’incenso, Jouvence, Milano 2018. 169 pp.



La parola “incenso” richiama subito alla mente paesi lontani e atmosfere orientali carichi di fascino e di mistero. Questa resina odorosa è conosciuta fin dalla più remota antichità. Se in principio venne utilizzata per scopi pratici dettati dalle circostanze della vita (profumazione degli ambienti, spesso maleodoranti, specie nelle società agro-pastorali); presto la sua adozione entrò nei riti del culto religioso.

Le grandi religioni ne hanno fatto un abbondante impiego. La presenza dell’incenso ha segnato la nascita e il consolidarsi dell’antico Egitto, dell’Ebraismo, di quella pagana dell’area ellenica e latina. Solo più tardi (IV sec.) fu assunto dal Cristianesimo con una funzione nuova, ricca di significato simbolico riferito a Gesù Cristo.

Nella liturgia l’incenso connota la differenza simbolica fra la tradizione della Chiesa Bizantina e quella della Chiesa Latina: nella prima il suo utilizzo e abbondante e regolare; nella seconda la prassi lo ha selezionato come elemento caratterizzante le solennità dell’anno liturgico o il rito relativo a circostanze particolari.

Il presente studio affronta il tema suddividendolo in quattro ambiti: a) denominazione della resina nelle varie culture e descrizione della sua origine naturale; b) l’uso nel mondo pagano; c) l’uso nell’Ebraismo; d) l’uso nel Cristianesimo. L’intento è di offrire al lettore la possibilità di approfondire la conoscenza, soprattutto sul piano simbolico e liturgico, del praticare l’incensazione.

(Dalla Premessa, pp. 9-10)




Nota.-  Il libro presenta alcuni limiti . Ci sono dei piccoli errori, come quando si afferma che il cantico evangelico dei Vespri è il Nunc dimittis (p. 52). Se da una parte, l’autore spiega in nota molte cose (cos’è il Liber pontificalis, chi è Evagrio Pontico, ecc.), a p. 47 cita il Sacramentario di Ratoldo, del secolo IX, senza indicare l’area geografica a cui appartiene. Ma soprattutto è deludente la parte dedicata all’uso dell’incenso nella Messa della Liturgia romana (p. 50); sembra che l’autore non conosca l’opera classica di J. A, Jungmann (Missarum sollemnia), dove troviamo ampia informazione sull’uso e significato dell’incenso nei diversi momenti della celebrazione della Messa romana.  Da notare anche una tendenza a prendere spunto dei riti dell'incenso per parlare di tutto con tono moraleggiante.