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sabato 1 agosto 2020

DOMENICA XVIII DEL TEMPO ORDINARIO ( A ) – 2 Agosto 2020




Is 55,1-3; Sal 144; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21


Le letture bibliche di questa domenica possono essere interpretate come un invito alla pienezza di vita e alla condivisione. La prima lettura, tratta dal Secondo Isaia, riporta un’esortazione del profeta agli Israeliti esiliati in Babilonia perché ritornino al Signore e partecipino gratuitamente ai beni del regno di Dio rappresentati da un banchetto. In questo modo, il profeta intende alimentare in mezzo al popolo l’ansia del ritorno a Gerusalemme. L’acqua, il vino, il latte, di cui parla il testo, esprimono salute e benessere. Sono immagini di una vita piena, ricevuta in dono da Dio. Tutte le attese dell’uomo sono saziate dall’amore di Dio nei confronti del suo popolo; la menzione dell’alleanza e della promessa davidica nel v. 3 va appunto in questa linea di fedeltà, di salvezza, di amore.


Nel brano evangelico vediamo che Gesù, dopo aver pregato, guarisce gli ammalati e moltiplica i pani ed i pesci, perché ha compassione dell’immensa folla che lo segue. La moltiplicazione dei pani e dei pesci si colloca tra il passato di Israele e il futuro della Chiesa; porta a compimento le promesse di Dio e anticipa il dono di Cristo; è simbolo del grande banchetto a cui Gesù vuol chiamare tutta l’umanità: la condivisione e l’amore. Ciò si realizza nell’ascolto della Parola e nella partecipazione all’eucaristia, di cui la moltiplicazione dei pani è profezia. Nella seconda lettura, san Paolo ci parla dell’amore del Padre, amore che non è stato un generico sentimento di benevolenza per l’uomo, ma un agire concreto, verificabile nella storia, quando si è lasciato coinvolgere nelle vicende umane non risparmiando il proprio Figlio che ha consegnato nelle mani dell’uomo peccatore per offrire perdono e amicizia. Il disegno salvifico di Dio è per la vita; Cristo ha servito la vita con tutto se stesso e a tutti i livelli. Dio è vicino all’uomo ed è pronto a saziare la sua fame e sete di felicità. In questo brano c’è un grande ottimismo, una fiducia incrollabile.


Ogni giorno possiamo constatare che aumenta il numero di coloro che soffrono la fame, nonostante il progresso delle tecnologie alimentari e l’enorme quantità di cibo prodotto. D’altra parte, nella nostra società opulenta tanti uomini vanno in rovina nonostante la loro splendida condizione di benessere. Pur essendo necessario, non basta il cibo del corpo. Abbiamo bisogno di nutrire lo spirito, abbiamo bisogno di una pienezza di vita. È Cristo Gesù colui che può dare pienezza di senso alla nostra vita, colui che può alleviare le nostre sofferenze ed accendere nel cuore la luce della speranza. Ricordiamo le parole di Gesù: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò” (cf. Mt 11,28). Cristo è sempre lì, al margine della nostra strada, nel mezzo delle nostre vie, pronto a riempire il vuoto dei nostri cuori. Ma Cristo è accanto a noi per insegnarci anche a condividere con gli altri quella pienezza di vita che egli ci dona. Gesù dice ai discepoli: “voi stessi date loro da mangiare”. Ricordiamo però che non basta “dare” qualcosa da mangiare, ma ciò che è veramente importante, ad esempio di Cristo, è “darsi”, divenire noi stessi “cibo” per gli altri.