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venerdì 22 ottobre 2021

UN DECRETO PER L’APPLICAZIONE DI “MAGNUM PRINCIPIUM”

 



Quattro anni fa, il 3 settembre 2017, papa Francesco pubblicava il Motu proprio Magnum principium (MP), con cui modificava il can. 838 del Codice di Diritto Canonico e restituiva alle Conferenze episcopali un potere che appartiene loro.

Infatti, il Motu proprio MP rappresenta un ritorno al dettato conciliare, che in Sacrosanctum Concilium 36 § 4 afferma: “La traduzione del testo latino in lingua viva, da usarsi nella liturgia, deve essere approvata dalla competente autorità ecclesiastica territoriale”.

Il Decreto odierno della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti attuativo delle disposizioni del can. 838 del Codice di Diritto Canonico, nella prima parte, richiama di nuovo, interpreta ed emenda le norme, la disciplina, le procedure in materia di traduzione dei libri liturgici e del loro adattamento, in particolare quanto alle competenze della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e delle Conferenze Episcopali. Nella seconda parte si indicano alcune “variationes”, dopo quelle già pubblicate nel 1983 (cf. Notitiae 19 [1983] 540-541), da introdurre nelle nuove edizioni dei libri liturgici.