At
5,12-16: Sempre venivano aggiunti
credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne
Sal 117 118: Rendete grazie al Signore perché è buono: il
suo amore è per sempre
Ap
1,9-11a.12-13.17-19: Ero morto, ma ora
vivo per sempre
Gv
20,19-31: Beati quelli che non hanno
visto e hanno creduto!
La risurrezione di Cristo è il sigillo e la prova che Dio
è fedele alle sue promesse e che il suo amore è per sempre, senza ripensamenti.
Il
contenuto delle tre letture di questa domenica può essere considerato da
diverse prospettive, ma tutte e tre le letture hanno al centro Gesù Cristo
risorto e la fede in lui. La prima lettura ci racconta che il numero di coloro
che credevano nel Signore aumentava. La seconda lettura è un brano del primo
capitolo dell’Apocalisse, dove san
Giovanni narra la visione che egli ha avuto di Cristo risorto, il quale al
tempo stesso che lo incoraggia a scrivere le cose che ha visto, proclama
solennemente: “Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo
per sempre e ho le chiave della morte e degli inferi”. Finalmente, il brano
evangelico ci tramanda la toccante storia dell’atto di fede in Cristo risorto
dell’apostolo san Tommaso.
La fede di
Tommaso, come quella degli altri primi discepoli, si fonda sull’incontro personale
con Gesù risorto. La nostra fede si fonda sulla solida piattaforma della
testimonianza storica documentata nei vangeli e si trasmette nella lunga catena
dei credenti che formano la Chiesa. Ricordiamo che Gesù chiama beati coloro
che crederanno per testimonianza (come noi). Anche se la nostra fede ha
travagli simili a quella di Tommaso, siamo certi che anche per noi è possibile
alla fine proclamare in totale limpidità la nostra fede nel Risorto.