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lunedì 14 novembre 2016

Sant’Alberto Magno, Vescovo e Dottore della Chiesa (15 novembre)


 

Alberto nacque a Baviera nel 1206. A 16 anni si recò a Bologna, dove diventerà domenicano. E’ stato filosofo e teologo, assiduo ricercatore del rapporto tra scienza e fede. Insegnò in diversi centri della Germania, e infine a Parigi, dove ebbe come discepolo san Tommaso d’Aquino. Ordinato vescovo di Ratisbona (1260), fu promotore di pace nella vita civica e sociale, ma dopo due anni diede le dimissioni e ritornò ai suoi prediletti studi. Morì a Colonia il 15 novembre del 1280. Sia nel Messale Romano 1962 che nel Messale Romano 2002, è celebrato nel suo dies natalis.

 

Colletta del MR 1962:

Deus, qui beatum Albertum, Pontificem tuum atque Doctorem, in humana sapientia divinae fidei subicienda magnum effecisti: da nobis, quaesumus; ita eius magisterii inhaerere vestigiis, ut luce perfecta fruamur in caelis.

 

Colletta del MR 2002:

Deus, qui beatum Albertum episcopum in humana sapientia cum divina fide componenda magnum effecisti, da nobis, quaesumus, ita eius magisterii inhaerere doctrinis, ut per scientiarum progressus ad profundiorem tui cognitionem et amorem perveniamus.

 

“O Dio, che hai reso grande il vescovo sant’Alberto nel ricercare l’armonia tra la sapienza umana e la verità rivelata, fa’ che illuminati dal suo insegnamento, attraverso il progresso scientifico possiamo crescere nella tua conoscenza e nel tuo amore”

 

Notiamo che nella colletta del MR 2002 si invoca Dio che ha reso grande sant’Alberto nel ricercare l’armonia tra la sapienza umana e la verità rivelata (…humana sapientia cum divina fide componenda…). Invece, il testo del MR 1962 invoca Dio che ha reso grande sant’Alberto nel “sottomettere” la sapienza umana alla verità rivelata (…humana sapientia divinae fidei subicienda…).  E’ evidente l’influsso che ha avuto il Vaticano II nella riforma del testo: la Costituzione Gaudium et Spes riconosce “la legittima autonomia della cultura e specialmente delle scienze” (n. 59); non si tratta quindi di contrapporre o di sottomettere,  ma di armonizzare