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domenica 13 agosto 2017

ASSUNZIONE DELLA B. V. MARIA – Messa del giorno






Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44 (45); 1Cor 15,20-27°; Lc 1,39-56

Nella molteplicità di spunti per la nostra riflessione che offrono le tre letture bibliche di questa festività, ci limitiamo qui a far emergere alcuni elementi che mettono in stretto rapporto il  mistero della Chiesa con Maria nel mistero della sua assunzione.

Nella visione, tratta dall’Apocalisse, che riporta la prima lettura, si contrappongono due immagini o “segni”, come dice il testo di Giovanni: la “donna” e il “drago”. Da un lato, la donna vestita di sole che partorisce “un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro”; il figlio è rapito “verso Dio e verso il suo trono”. Sembra chiaro che qui si parla di Cristo che, in virtù della risurrezione e ascensione al cielo, si è assiso alla destra di Dio. La donna invece è in primo luogo segno della Chiesa nella sua dimensione trascendente e terrena che, storicamente, dà alla luce Cristo. Ma il testo fa riferimento anche a Maria, la madre di Gesù, facendone come l’immagine e il “tipo” della Chiesa. Ciò è provato da una lunga tradizione ecclesiale e dal fatto che la liturgia abbia scelto questo brano per la festa odierna: con la sua assunzione in corpo e anima al cielo, Maria partecipa pienamente alla gloria del Figlio; con lui, che siede alla destra del Padre, anche lei è avvolta dallo stesso splendore di gloria.  

L’altro segno è l’ “enorme drago rosso”, che si colloca davanti alla donna, che sta per partorire, in modo da divorare il bambino appena sia nato. Questo drago è simbolo di una forza antagonista di origine demoniaca e di carattere dissacratore che, incarnandosi in fatti e personaggi storici, perseguita la Chiesa e cerca di impedirne la sua missione. L’esito della lotta sarà positivo: il figlio è rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fugge nel deserto, dove Dio le ha preparato un rifugio. Da parte sua, Maria ai piedi della croce perde e acquista il Figlio, divenendo simbolo della Chiesa. Il testo conclude affermando: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo”. Il cammino della salvezza è simile al travaglio di un parto.

Nel brano evangelico, notiamo le parole che Elisabetta indirizza a Maria: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. E’ la prima beatitudine che risuona nel vangelo. Maria è lodata perché ha creduto, cioè ha fatto sua la parola del Signore. Come Abramo per la sua fede diedi inizio al popolo di Dio ed è chiamato “Padre dei credenti”, così Maria per la sua fede è diventata la “Madre dei credenti”. La fede di Maria è icona perfetta della fede della Chiesa. Tra  Maria e la Chiesa c’è un parallelo fecondo e ammirevole: entrambe accolgono la parola di Dio, vivono di fede, portano intorno la gioia della fede, partecipano della vita di Cristo. Quello che la Chiesa attende si compia in lei (la risurrezione con Cristo) è già una realtà nell’Assunta.


Il prefazio della Messa riassume bene il rapporto tra la Chiesa e Maria nel mistero della sua assunzione: “In Maria, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”. L’assunzione di Maria non riguarda soltanto lei, le grandi opere compiute da Dio nella sua umile serva (cf. il Magnificat riportato dal vangelo), ma è segno di sicura speranza  per tutto il popolo di Dio.