Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di
Maria Santissima in Astania, è uno dei prelati più attivi nell’ambito
tradizionalista della Chiesa. Dal suo lungo intervento su l’interpretazione del Concilio Vaticano II e la sua relazione con
l’attuale crisi della Chiesa, pubblicato in Corrispondenza Romana (27 luglio 2017), riproduco qui sotto un
paragrafo significativo:
«Il contributo originale e prezioso del Vaticano
II consiste nella chiamata universale alla santità di tutti i membri della
Chiesa (cap. 5 di Lumen
gentium), nella dottrina sul ruolo centrale della Madonna nella
vita della Chiesa (cap. 8 di Lumen
gentium), nell’importanza dei fedeli laici nel mantenere, difendere
e promuovere la fede cattolica e nel loro dovere di evangelizzare e santificare
le realtà temporali secondo il senso perenne della Chiesa (cap. 4 di Lumen gentium), nel
primato dell’adorazione di Dio nella vita della Chiesa e nella celebrazione
della liturgia (Sacrosanctum Concilium,
nn. 2, 5-10). Il resto si può considerare in una certa misura secondario,
temporaneo e, in futuro, probabilmente dimenticabile».
In questo testo, e in altri simili del prelato, è
evidente l’ermeneutica “minimalista” che Schneider fa della Costituzione Sacrosanctum Concilium [SC]. È un’ermeneutica che lo accomuna con
altri esponenti di spicco del mondo tradizionalista… Ridurre il contenuto
principale (“originale e prezioso”) del documento al “primato dell’adorazione
di Dio nella vita della Chiesa e nella celebrazione della liturgia” (nn. 2,
5-10), è una mutilazione vergognosa del testo conciliare. È sintomatico che
Mons. Schneider non citi SC n.1, in cui si indica lo scopo della Costituzione
sulla liturgia: “la riforma e la promozione della liturgia”. La liturgia
dev’essere riformata e promossa perché appartiene a ciò che può rinvigorire la
vita cristiana dei fedeli.
Per Schneider tutto ciò che riguarda la riforma
della liturgia (SC, nn. 21-36 ed i successivi capitoli in cui si danno le norme
precise per riformare e promuovere i diversi ambiti della liturgia) è roba secondaria
e temporanea, e probabilmente, in futuro, dimenticabile. Queste parole sono una
vera e propria presa in giro della volontà conciliare chiaramente espressa in diverse
parti della Costituzione sulla liturgia, in particolare in SC, n. 21: “Per
assicurare maggiormente al popolo cristiano l’abbondanza di grazie nella sacra
liturgia, la santa madre Chiesa desidera fare un’accurata riforma generale
della liturgia stessa…”
Se alcuni hanno fatto del Vaticano II una specie
di “super dogma”, altri lo hanno ridotto a poche battute che ne tradiscono le
vere intenzioni.