Sant’Eusebio,
nativo della Sardegna (anno 300 circa), fu il primo vescovo di Vercelli (anno
345 circa), dove morì il 1 agosto del 371. Promosse e testimoniò la fede nicena
nella divinità di Cristo, per cui fu perseguitato dagli Ariani e dovette
sopportare anche l’esilio (355-361). Dal 1602, il calendario romano lo
festeggiava al 15 dicembre, giorno della sua ordinazione episcopale, data che
passò poi al giorno 16, a motivo dell’ottava dell’Immacolata Concezione
approvata da Innocenzo XII (1693), data in cui è celebrato ancora nel Missale Romanum 1962. Nel Missale Romanum 2002 la sua memoria
si trova nel giorno immediatamente libero che segue a quello della sua morte (2
agosto). Notiamo ancora che nel MR 1962 è considerato martire: che il santo sia
morto martire (lapidato dagli Ariani) è oggi considerato una leggenda.
Colletta
del MR 1962:
Deus, qui nos beati Eusebii Martyris tui
atque Pontificis annua solemnitate laetificas: concede propitius; ut, cuius
natalicia colimus, de eiusdem etiam protectione gaudeamus.
Colletta
del MR 2002:
Fac nos, Domine Deus, in asserenda Filii
tui divinitate, beati [sancti
nel MR 1970] Eusebii episcopi constantiam imitari, ut, fidem servantes quam ipse
docuit, eiusdem Filii tui vitae participes esse mereamur.
“Dio
onnipotente, concedi ai tuoi fedeli di imitare la fortezza del vescovo
sant’Eusebio, assertore intrepido della divinità del Cristo, perché nella ferma
adesione alla fede, di cui egli fu maestro e testimone, possiamo entrare in
comunione di vita con il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio”.
La
colletta del MR del 1962 chiede soltanto la protezione del santo senza nulla
dire di specifico su di lui; è un testo generico che può essere applicato a
qualsiasi santo vescovo e martire. La colletta del MR 2002 mette invece in luce
la caratteristica più rilevante di questo vescovo come assertore intrepido
della divinità di Cristo. Il cambiamento di “sancti” (MR 1970) in “beati”
è un semplice adeguamento alla terminologia adoperata generalmente dal Messale
Romano.