Gn 3,9-15.20; Sal 97
(98); Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
La Chiesa celebra
l’immacolata concezione della vergine Maria nel Tempo di Avvento, in cui la
liturgia fa memoria del progetto della salvezza secondo il quale Dio, nella sua
misericordia, chiamò i Patriarchi e strinse con loro un’alleanza d’amore; diede
la legge di Mosè; suscitò i Profeti; elesse Davide, dalla cui stirpe doveva
nascere il Salvatore del mondo: di questa stirpe Maria è figlia eletta, quasi
il punto di arrivo. Il nucleo di verità che ci è comunicata dall’immacolata
concezione di Maria è quello del rapporto tra il divino e l’umano: tra questi
due poli c’è un “punto” d’intersezione che è appunto Maria immacolata.
La prima lettura ci
ricorda che la buona novella della salvezza è antica quanto la presenza del
male nel mondo. È attraverso una donna, Eva, che, cedendo alle lusinghe
ingannevoli del serpente, il male si introduce nella storia. È anche una donna,
Maria, che attraverso la sua discendenza, è all’origine della vittoria
definitiva del bene sul male. Maria ascolta la parola di Dio che le viene
portata dall’angelo e, con la sua accettazione del piano salvifico di Dio fa sì
che questa parola si realizzi e che il Verbo si faccia carne “per noi uomini e
per la nostra salvezza”.
Celebrando l’immacolata
concezione di Maria, la Chiesa rende grazie a Dio, la cui potenza redentrice è
senza limiti. Nella seconda lettura ascoltiamo san Paolo che benedice Dio che
“ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di
fronte a lui nella carità”. Ciò che l’Apostolo dice di ognuno di noi vale in
modo eminente per la vergine Maria, “piena di grazia”, la madre, “benedetta fra
tutte le donne”, di colui attraverso il quale ci viene ogni benedizione a lode
del Padre.
L’orazione colletta del
giorno spiega bene e in poche parole perché e in che modo Maria è immacolata:
il Padre nell’immacolata concezione della Vergine ha preparato una degna dimora
per il suo Figlio, e in previsione della morte di lui l’ha preservata di ogni
macchia di peccato. Maria può cooperare alla redenzione dell’umanità perché
prima ella ha ricevuto la pienezza della grazia. La madre del Salvatore è stata
oggetto di una particolare scelta da parte del Padre; in seguito a questa Egli
l’ha costituita punto “vertice” di tutta la storia d’Israele e punto
“germinale” del nuovo Israele, la Chiesa.
Alla luce del mistero
dell’immacolata concezione di Maria si comprende come il peccato è
fondamentalmente una ferita all’integrità della persona, una lacerazione che va
curata, restaurata. È quello che chiediamo nella preghiera dopo la comunione:
che il sacramento ricevuto “guarisca in noi le ferite di quella colpa da cui,
per singolare privilegio” è stata preservata “la beata Vergine Maria, nella sua
immacolata concezione”. Maria immacolata, la prima dei redenti, è un segno di
speranza. Ciò che è avvenuto in lei è l’anticipo della vittoria di Cristo
risorto sulla morte e sul peccato.