Translate

sabato 8 febbraio 2020

LA CASULA E LA STOLA




Emmanuela Viviano, Vestire è servire. Casula e stola: storia e significato (Spazio Liturgia 5), Paoline, Milano 2019. 174 pp. (€ 13,00).


Il volumetto di Emmanuela Viviano si inserisce in quella rivalutazione dei segni della liturgia che caratterizza in modo particolare la letteratura dell’ultimo decennio. Si è sempre più consapevoli che la qualità dei segni della celebrazione liturgica incide sulla qualità della celebrazione stessa e sulla sua capacità significativa e pedagogica. In queste pagine l’attenzione dell’Autrice è rivolta unicamente alla casula, veste propria del vescovo e del presbitero, e alla stola, adoperata dai tre gradi del sacramento dell’ordine (vescovo,  presbitero e diacono).

Il sottotitolo del volume accenna al metodo della trattazione: “storia e significato”. L’uso primitivo non distingueva i membri della gerarchia con alcuna veste o insegna, così a Roma fino ai primi decenni del V secolo. Ben presto però inizia una evoluzione che pur non introducendo forme e simbologie nuove nel vestito, giunge man mano a formare un abito usato dai ministri propriamente per il culto. Così da abito che serve a qualcosa diventerà abito che significa qualcosa.

Lasciando al lettore il compito di addentrarsi nei dettagli di questa storia, descritta con cura dall’Autrice, ricordo quanto se ne ricava sul significato della casula e della stola: “Non si tratta di vesti che conferiscono un potere nella Chiesa o nell’ambito liturgico, ma definiscono una ministerialità e, soprattutto, ricordano a coloro che le indossano che ‘vestire è servire’”.