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venerdì 22 gennaio 2021

DOMENICA III DEL TEMPO ORDINARIO ( B ) – 24 Gennaio 2021 Domenica della Parola

 


 

 

 

Gn 3,1-5.10; Sal 24; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-20.

 

Domenica scorsa abbiamo visto che Dio ci si manifesta e chiama ciascuno di noi per nome. Oggi ci viene proposto il contenuto fondamentale di questa chiamata. Nel brano evangelico, san Marco riassume la predicazione di Gesù con queste parole: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo”. La chiamata che Dio rivolge a tutti noi è un pressante invito alla conversione e alla fede. Le altre due letture d’oggi illustrano i due motivi per cui è necessaria questa conversione. San Paolo fa un forte richiamo alla precarietà della condizione terrestre delle cose: “il tempo si è fatto breve”. Da parte sua, il profeta Giona ci ricorda che la conversione è necessaria per evitare il giudizio di condanna da parte di Dio. L’invito di Dio a mutare vita non è caduto invano per i niniviti che ascoltarono le parole del profeta, fecero penitenza e furono salvi. Così pure l’invito di Gesù è stato prontamente accolto da Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni che, lasciate le reti e il loro padre, “andarono dietro a lui”.

 

Gesù introduce l’invito alla conversione con le parole “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”. Abbiamo visto che anche san Paolo parla di un tempo ormai fattosi breve. Ci possiamo domandare cosa significano queste affermazioni e perché sono presentate come qualcosa che invita alla conversione. L’affermazione di Gesù sul tempo compiuto presuppone un progetto di Dio che si compie appunto nel tempo: c’è quindi un tempo dell’attesa o della preparazione, ed un tempo del compimento o della realizzazione. Ebbene, con l’incarnazione del Figlio di Dio, il progetto del Padre annunciato dai profeti dell’Antico Testamento si è compiuto: il “regno di Dio” è vicino. Vicino è ciò che incomincia già a influire sulla vita dell’uomo e con cui egli si deve misurare. Il progetto che Dio ha nella storia è il “regno di Dio”, il quale intende ristabilire la sovranità di Dio e quindi un nuovo rapporto tra Dio e l’uomo. Ciò significa che non possiamo vivere secondo una scala di pseudo-valori. Il messaggio viene rivolto a tutti noi: dobbiamo cambiare di rotta e indirizzare la nostra vita verso i valori di vita proposti dalla Parola di Dio. L’invito a “convertirsi” e a “credere” al vangelo non sono due realtà separate: non c’è fede senza vita morale e non c’è morale cristiana che non sia fondata nella fede. Credere vuol dire abbracciare l’intero messaggio portato da Cristo e renderlo programma del proprio pensare, del proprio amare e del proprio agire. Questo messaggio è contenuto nella Scrittura, la Parola di Dio che ci guida verso la patria celeste. Proprio questa domenica è dedicata alla Parola di Dio. Non basta leggerla, bisogna che penetri nel nostro cuore e trasformi la nostra vita.

 

L’eucaristia a cui partecipiamo ogni domenica è un traguardo della conversione e della fede. Essa è però anche un rilancio su questa via perché è “sorgente inesauribile di vita nuova” (preghiera dopo la comunione).


Nota della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulla Domenica della Parola di Dio: 

https://drive.google.com/file/d/1iZMgovql_9pRXPoERU2fOusYbGKXOMob/view