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domenica 17 gennaio 2021

Memoria di sant’Antonio, Abate (17 gennaio)


 


La memoria di Sant’Antonio abate (250-356) si celebra il 17 gennaio, sia nel Messale del 1962 che in quelli del 1970-2002. In Oriente, era già celebrata in questa data agli inizi del secolo V.

 

Colletta del Messale del 1962:

Intercessio nos, quaesumus, Domine, beati Antonii Abbatis commendet: ut, quod nostris meritis non valemus, eius patrocinio assequamur.

 

Colletta dei Messali del 1970-2002:

Deus, qui beato Antonio abbati tribuisti mira tibi in deserto conversatione servire, eius nobis interventione concede, ut, abnegantes nosmetipsos, te iugiter super omnia diligamus.

 

“O Dio, che hai ispirato a sant’Antonio abate di ritirarsi nel deserto, per servirti in un nuovo modello di vita cristiana, concedi anche a noi per sua intercessione di superare i nostri egoismi per amare te sopra ogni cosa” (Messale italiano del 1983).

 

“O Dio, che a sant’Antonio abate hai dato la grazia di servirti nel deserto seguendo un mirabile modello di vita cristiana, per sua intercessione donaci la grazia di rinnegare noi stessi e di amare te sopra ogni cosa” (Messale italiano del 2020).

 

La colletta del Messale del 1962 è molto generica; non esprime nulla di specifico della biografia di Antonio, di cui abbiamo notizie attraverso la famosa Vita che del santo eremita scrisse sant’Atanasio di Alessandria. Invece la colletta dei Messali del 1970-2002 fa riferimento alla scelta di ritirarsi nel deserto fatta da Antonio per ispirazione divina. Infatti egli si sentì chiamato a seguire il Signore nel deserto udendo nella liturgia le parole di Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo, e vieni!” (Mt 19,21). La libera traduzione italiana della colletta aggiunge che in questo modo Antonio ha inaugurato “un nuovo modello (“mirabile” nella traduzione del 2020) di vita cristiana”. Infatti la tradizione considera Antonio il “padre del monachesimo”. Il messaggio che da questa vita austera e ritirata arriva fino a noi, l’orazione colletta lo esprime chiedendo a Dio che, per intercessione del santo, possiamo “superare i nostri egoismi per amare Dio sopra ogni cosa”. Il Messale italiano del 2020 traduce più fedelmente “abnegantes nosmetipsos” con l’espressione “rinnegare noi stessi” (cf. Mt 16,24). Questa supplica illustra bene la dottrina di Antonio che considerava il deserto lo strumento per arrivare ad una vita orientata verso Dio. Uno dei detti di Antonio si esprime in questi termini: “Chi siede nel deserto per custodire la quiete con Dio è liberato da tre guerre: quella dell’udire, quella del parlare, e quella del vedere. Gliene rimane una sola: quella del cuore”.