Con un comunicato di Mons. Bernard Fellay,
superiore dei Lefebvriani, reso pubblico il 29 giugno scorso, sembra che si mette nel
cassetto, almeno per il momento, ogni ipotesi di accordo e di rientro nella
piena comunione con il Papa. Fellay afferma che la “restaurazione di tutte
le cose in Cristo”, voluta da San Pio X “non può essere raggiunta senza il
supporto di un Papa che favorisca concretamente il ritorno alla santa
Tradizione. Fino a
quel giorno benedetto, la Fraternità intende raddoppiare i suoi sforzi per
stabilire e diffondere con i mezzi assegnati dalla Divina Provvidenza, il regno
sociale di Nostro Signore Gesù Cristo”.
Ecco quindi che dopo la Brexit de la Gran Bretagna, è annunciata
la Brexit dei Lefebvriani. Come la Gran Bretagna in Europa, anche i seguaci di
Mons. Lefebvre hanno vissuto “a modo loro” la sempre proclamata appartenenza
alla Chiesa cattolica.
L’impero britannico, secondo Alan Watts, fu costruito dagli
inglesi fuggendo dal loro clima e dalla cucina dell’isola; cercavano un po’ di
sole e sapori più gustosi. Anche i Lefebvriani hanno costruito il loro piccolo
imperio fuggendo dal clima ecclesiale che considerano poco rassicurante
dottrinalmente, soprattutto con papa Francesco, e hanno cercato il sole della “santa
Tradizione”. Inoltre, hanno preferito alla “cucina” di Roma che secondo loro
offre un menù “povero” nella sua liturgia, il menù sostanzioso della “Messa di
sempre”.
Le generose offerte di Benedetto XVI e di papa Francesco sono
cadute nel vuoto.
Leggere il commento di Vatican
Insider:
http://www.lastampa.it/2016/06/29/vaticaninsider/ita/vaticano/i-lefebviani-non-vogliono-laccordo-9zdwvGwKpV32vlSQOvSTBK/pagina.html