La liturgia è “l’esercizio della funzione (munus) sacerdotale di Cristo” (SC 7); è anche opera della Chiesa, in cui “ciascuno, svolge il proprio ufficio (munus)” (SC 28). I pastori “esercitano in essa la funzione (munus) di dispensatori dei misteri di Dio” (SC 19). Partecipando alla liturgia il Signore “fa di noi stessi un’offerta (munus) eterna a lui” (SC 12). “Munus” può esprimere bene il mistero liturgico nella sua globalità.
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domenica 1 dicembre 2019
LA MESSA È UNA CELEBRAZIONE
Celebrare è
essere coinvolti, essere protagonisti, partecipare attivamente a un fatto che
si realizza, che si vive, che si compie in quel momento, in una comunità
piccola o grande che sia, dove tutti si attivano per funzioni e compiti
diversi.
La Messa, come
ogni celebrazione, invia i suoi messaggi soprattutto con il suo essere
celebrazione: gesti, segni, suoni, silenzi, canti, parole cariche, brevi,
efficaci
La Messa, pur
essendo una celebrazione come tutte le altre, ha una specificità che la rende
diversa e che non bisogna assolutamente dimenticare: essa non nasce da noi, non
è una nostra invenzione. A essa siamo convocati dal Signore Gesù che ci chiama
al fate questo in memoria di me, secondo le modalità della Chiesa.
Attenzione, però, che eucaristia sempre nuova non significa a
fantasia a sorpresa, ma “vissuta in modo sempre nuovo”. La Messa è come il
giorno. Inizia sempre con l’alba e si chiude con il tramonto, ma non è mai come
il giorno prima e quello dopo, anche se abbiamo incontrato le stesse persone,
frequentato gli stessi luoghi, compiuto le stesse attività. Chi vive i giorni
come se fossero tutti uguali cade nella noia e nel non senso.
Fonte: Tonino
Lasconi, I “Messaroli”, una risposta per una comunità adulta, consapevole,
riconoscibile, Cittadella Editrice, Assisi 2011, cf. pp.23-26.