Aldo Maria Valli (a cura di), Non
abbandonarci alla tentazione? Riflessioni sulla nuova traduzione del
Padre nostro, Chorabooks, Hong Kong 2020. 68 pp.
Gli Autori di questo piccolo volume
mettono in discussione il nuovo testo del Padre nostro in italiano, in
particolare la supplica “non abbandonarci alla tentazione”. Gli argomenti
addotti al riguardo meritano la nostra attenzione. Peccato però che, come al
solito fanno gli ambienti tradizionalisti, la novità sia interpretata come una
voglia di cambiamento che rientrerebbe nel “clima di buonismo e misericordismo
che da tempo si è impossessato della Chiesa Cattolica”. A questo clima si
sarebbe allineata anche la formula del Padre nostro in vari paesi di
lingua spagnola. Affermazione falsa, dato che la formula “no nos dejes caer en
la tentaciόn” non ha nulla a vedere con il supposto clima di buonismo attuale
denunciato dagli Autori; si tratta infatti di una formula con cui ho pregato da
bambino, e hanno pregato i miei genitori, i miei nonni e bisnonni.
Detto questo, credo che meritano la
nostra attenzione alcune riflessioni degli Autori del volumetto (Giulio
Meiattini, Nicola Bux, Alberto Strumia, Silvio Barbaglia e Silvio Bracchetta).
La nuova traduzione non soddisfa tutti. Un padre che ci abbandona alla
tentazione non sembra molto migliore di uno che ci induce alla tentazione.
Πειρασμός / tentatio significa "prova" e nel linguaggio neotestamentario significa anche "tentazione" ed evoca
un sentimento di seduzione. Pertanto, mentre in greco e in latino entrambe le
esperienze possono essere dette con lo stesso vocabolo, nella lingua italiana,
dire prova o dire tentazione significa esprimere esperienze alquanto diverse e
distinte: nel discorso biblico neotestamentario Dio può mettere alla prova il
suo fedele ma non lo tenta al male e al peccato. La Bibbia ci presenta le prove
come parte della pedagogia divina. Dio può legittimamente “metterci alla prova”
come fa ogni genitore serio con i propri figli per educarli ad affrontare la
vita.
Ecco quindi che a partire dal testo
greco di Mt 6,13, si potrebbe dire: “E non ci indurre nella prova, ma liberaci
dal Maligno”. Il Maligno, il Diavolo, interviene nel momento più difficile
della prova ed è lì che l’invocazione a Dio Padre è di liberazione.