Translate

domenica 1 marzo 2020

“NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE”?




Aldo Maria Valli (a cura di), Non abbandonarci alla tentazione? Riflessioni sulla nuova traduzione del Padre nostro, Chorabooks, Hong Kong 2020. 68 pp.


Gli Autori di questo piccolo volume mettono in discussione il nuovo testo del Padre nostro in italiano, in particolare la supplica “non abbandonarci alla tentazione”. Gli argomenti addotti al riguardo meritano la nostra attenzione. Peccato però che, come al solito fanno gli ambienti tradizionalisti, la novità sia interpretata come una voglia di cambiamento che rientrerebbe nel “clima di buonismo e misericordismo che da tempo si è impossessato della Chiesa Cattolica”. A questo clima si sarebbe allineata anche la formula del Padre nostro in vari paesi di lingua spagnola. Affermazione falsa, dato che la formula “no nos dejes caer en la tentaciόn” non ha nulla a vedere con il supposto clima di buonismo attuale denunciato dagli Autori; si tratta infatti di una formula con cui ho pregato da bambino, e hanno pregato i miei genitori, i miei nonni e bisnonni.

Detto questo, credo che meritano la nostra attenzione alcune riflessioni degli Autori del volumetto (Giulio Meiattini, Nicola Bux, Alberto Strumia, Silvio Barbaglia e Silvio Bracchetta). La nuova traduzione non soddisfa tutti. Un padre che ci abbandona alla tentazione non sembra molto migliore di uno che ci induce alla tentazione.

Πειρασμός / tentatio significa "prova" e nel linguaggio neotestamentario significa anche "tentazione" ed evoca un sentimento di seduzione. Pertanto, mentre in greco e in latino entrambe le esperienze possono essere dette con lo stesso vocabolo, nella lingua italiana, dire prova o dire tentazione significa esprimere esperienze alquanto diverse e distinte: nel discorso biblico neotestamentario Dio può mettere alla prova il suo fedele ma non lo tenta al male e al peccato. La Bibbia ci presenta le prove come parte della pedagogia divina. Dio può legittimamente “metterci alla prova” come fa ogni genitore serio con i propri figli per educarli ad affrontare la vita.

Ecco quindi che a partire dal testo greco di Mt 6,13, si potrebbe dire: “E non ci indurre nella prova, ma liberaci dal Maligno”. Il Maligno, il Diavolo, interviene nel momento più difficile della prova ed è lì che l’invocazione a Dio Padre è di liberazione.