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giovedì 18 febbraio 2016

UN MOVIMENTO ANTI-VATICANO II ?


 
«…Si è formato in alcune aree del conservatorismo e tradizionalismo cattolico, un “nuovo movimento liturgico” esplicitamente teso a “riformare” i frutti della riforma liturgica conciliare (non limitandosi agli abusi), ma esplicitamente incaricatosi di liberare il cattolicesimo dalle riforme e dalla teologia conciliare tout court.

Uno dei paradossi del fenomeno è dato dalla sostituzione del movimento liturgico conciliare (che diede i suoi frutti al Vaticano II, e non solo nella Sacrosanctum Concilium) con un movimento liturgico anti-conciliare (che parte dalla riforma liturgica avendo nel mirino tutte le riforme che seguirono quella liturgica). In un certo senso questo cortocircuito è esemplificativo delle ambiguità del termine “movimento”, frutto di una miscela di diversi elementi: un carisma particolare legato alla figura del fondatore, un gruppo più o meno formalizzato di fedeli con una cultura condivisa, un’attività di coordinamento per una azione di lobby presso la gerarchia ecclesiastica.

L’elemento d’interesse è dato dalle nuove forme di articolazione del rapporto tra liturgia e spiritualità all’interno dell’universo del tradizionalismo liturgico anti-conciliare. La riforma avviata dalla Sacrosanctum Concilium  ridefiniva non solo il rito, ma il rapporto tra il rito e la vita cristiana e in particolare tra il rito e le fonti della teologia e della spiritualità. La riforma liturgica conciliare ricentrava la vita della Chiesa sulla liturgia, ma de-centrando il rito in direzione della Scrittura e della tradizione in un’ottica più ampia. Il più abbondante accesso alla parola di Dio costituisce, infatti, uno dei portati più consequenziali della riforma liturgica: dal testo biblico, alla spiritualità biblica, al cristocentrismo, fino a una più matura comprensione della figura di Gesù Cristo. In questo senso attaccare la riforma liturgica conciliare equivale attaccare quei portati, e isolare il rito liturgico in un utero identitario al riparo dal discorso teologico sull’identità cristiana, a partire dall’identità del Cristo.

[…]

E’ chiaro il potenziale esplosivo nascosto sotto una certa qual leggerezza nel vedere una facile e quasi ovvia compatibilità teologica tra il rito liturgico conciliare e quello preconciliare all’interno della comunione cattolica…»

Fonte: Massimo Faggioli, Spiritualità liturgica e movimenti ecclesiali: da Giovanni Paolo II a Francesco, in “Rivista Liturgica” 102 (4/2015) qui 677-679.