Nel Missale Romanum di Paolo VI, il formulario della Domenica I di
Quaresima parla per ben due volte della Quaresima come “sacramentum”. Nell’orazione
colletta troviamo l’espressione : “per annua quadragesimalis exercitia
sacramenti”. E’ difficile rendere in italiano il vero senso di questo ricco
testo latino. L’edizione ufficiale italiana del Messale ha tradotto :
“segno sacramentale della nostra conversione”.
La preghiera sulle
offerte della stessa Domenica afferma che di questo “sacramentum”
celebriamo l’inizio: “venerabilis sacramenti celebramus exordium” (preghiera
che nel Missale Romanum del 1962, si
trova come Secreta nel Mercoledì
delle Ceneri). Questa volta però il Messale italiano ha rinunciato a tradurre
il termine in questione, e si esprime in questi termini: “… l’inizio della
quaresima, tempo favorevole per la nostra salvezza”. In ogni modo, in questo
caso il testo potrebbe riferirsi anche alla celebrazione eucaristica.
Infatti, la breve preghiera si esprime in questi termini : “Fac nos, quaesumus, Domine, his muneribus
offerendis convenienter aptari, quibus ipsius venerandi sacramenti celebramus
exordium”.
Le due preghiere in
questione si trovano già nel cosiddetto Sacramentario Gelasiano Antico
del secolo VII circa: la colletta, al n. 104; la preghiera sulle offerte, al n.
91 dell’edizione a cura di L. C. Mohlberg.
Se
la Quaresima è un “sacramento”, cioè un “segno sacro”, ciò significa che tutto
quanto forma parte dell’istituzione quaresimale – gesti e parole – è una realtà
celebrativa unitaria e significativa. Quindi la preghiera, il digiuno, l’elemosina
(le tre tradizionali pratiche quaresimali) e tutti gli altri “gesti” della
Quaresima illustrati dalle “parole” di lode, di ringraziamento, di supplica con
cui la Chiesa si esprime nella liturgia di questo periodo dell’anno liturgico.