Per rendere più
efficace il messaggio quaresimale, nel Medioevo si era soliti raffigurare
allegoricamente la battaglia fra il Carnevale e la Quaresima, dove il Carnevale
era rappresentato da persone paffute e gioiose seguite da una schiera di
prosciutti, lardi, salami, mentre la Quaresima era rappresentata da personaggi
magri e pallidi, seguiti da sardine, pesci e baccalà. Alla fine, la vittoria
era sempre della Quaresima. E’ famosa al riguardo la Battaglia fra il Carnevale e la Quaresima del pittore fiammingo Pieter Bruegel il
Vecchio (sec. XVI). Oggi invece qualcuno ha scritto: “Sta morendo il Carnevale
perché la Quaresima è già morta da un pezzo” (F. Cardini,
Il libro delle feste. Il cerchio sacro
dell’anno, Il Cerchio SRL, Firenze 2011, p. 201). Si può quindi
parlare ancora di Quaresima? Si può parlare ancora di Quaresima e di penitenza
per l’uomo di oggi?
Il tempo quaresimale, pur essendo un periodo importante
dell’anno per l’incremento della vita cristiana, oggi la maggior parte dei
battezzati non la avverte come una volta. Quando la Quaresima era sentita e
osservata (magari con spirito legalistico, ma osservata) dai cristiani come un
tempo contrassegnato da rinunce e pratiche penitenziali, vi era un’espressione
popolare per indicare qualcosa di difficile e noioso: “lungo come una
Quaresima”. Oggi quasi nessuno ricorre a questa esclamazione, semplicemente
perché la Quaresima non è più vissuta “a caro prezzo”. Nel passato, le nostre
chiese avevano un assetto adatto alla circostanza, si comprendeva che era
Quaresima, oggi invece passa quasi inosservata. Occorre quindi riscoprire il
significato e il valore della Quaresima alla luce della tradizione bimillenaria
della Chiesa e nel contesto delle attuali circostanze in cui ci troviamo. Il
fenomeno del secolarismo in cui è immersa la società ci conduce a un’autentica
“schizofrenia” religiosa, che divide la nostra vita in due parti: la parte
religiosa e la parte secolare, tra loro sempre meno interdipendenti. Bisogna
fare uno sforzo spirituale per riscoprire, ricuperare e aggiornare i costumi e
i richiami ereditati dalla tradizione, che costituiscono i mezzi del nostro
sforzo quaresimale.