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domenica 4 settembre 2022

“EROS” “PHILIA” “AGAPE”

 



 

Eros non è sinonimo di “amore”. Non esprime la relazione amorosa tra due persone ma solo l’impulso di una verso l’altra. Per indicare il rapporto di amore intenso, come scambio reciproco e vincolo di affetto, i greci usavano altri termini, philia e agape. Philia è parola complessa, dai significati multipli: spesso assume un valore analogo al nostro “amicizia” ma può indicare anche i sentimenti che legano due sposi o un genitore a un figlio. In tutti i casi, comunque, indica un rapporto di affetto, reciproco e liberamente scelto, tra due persone. L’analogo termine philotes ha invece in Omero, quasi sempre una caratterizzazione erotica: indica l’unione non solo affettiva ma anche sessuale tra due persone. “Unirsi nella philotes” è l’espressione tipica per indicare l’atto sessuale nei poemi omerici. Il sostantivo agape e il verbo agapeo sono, invece, termini che Gesù usa nei Vangeli quando parla di amore. Il celebre precetto “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mc 12,31) suona esattamente in greco, agapèseis ton plesion sou bos seautòn. “Dio è agape” si legge in 1Gv 4,16). […]

Da un lato, dunque, l’eros, come forza esterna e imposizione sovrannaturale, come tirannia oscura e temibile. Dall’altro l’agape, come libero e reciproco patto di affetto che unisce Dio alle sue creature e lega gli uomini tra loro. In un saggio del 1893, il filosofo statunitense Charles S. Pierce definirà “agapismo” la sua dottrina che vagheggiava un’idea di amore e armonia universale. […]

Tuttora in greco moderno, “Ti amo” si dice Se agapò.

 

Fonte: Giorgio Ieranò, Le parole della nostra storia. Perché il greco ci riguarda, Marsilio 2022, pp. 33-35.