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domenica 29 agosto 2021

LA LITURGIA LETTA CON SGUARDI DI DONNE

 



 

Paula Depalma, Donne e teologia liturgica. Riesaminare il passato, trasformare il presente, disegnare il futuro, Edizione italiana a cura di Andrea Grillo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2021. 175 pp. (€ 18,00).


L’opera è divisa in quattro capitoli. Dopo una Introduzione, il primo capitolo illustra alcune chiavi metodologiche per descrivere adeguatamente gli spazi liturgici delle donne in vista di una valorizzazione della differenza di genere nella teologia liturgica. Il secondo capitolo fa un’ampia e suggestiva rilettura storiografica del rapporto donne e liturgia nel passato, che mostra come in tutti i tempi sono esistite donne che hanno fatto della liturgia il perno della loro esperienza religiosa. Il terzo capitolo indaga alcuni modelli attuali di teologia liturgica elaborata dalle donne. Il quarto capitolo intende disegnare il futuro, e vi si indaga quali siano le linee di probabile sviluppo del pensiero delle donne.

Nella cultura teologica italiana, animata da una giusta e crescente attenzione alla rilettura teologica in prospettiva di genere, il volume di Paula Depalma può trovare una ricezione aperta e promettente.

venerdì 27 agosto 2021

DOMENICA XXII DEL TEMPO ORDINARIO ( B ) – 29 Agosto 2021

 



 

Dt 4,1-2.6-8; Sal 14 (15); Gc 1,17-18.21b-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23

 

La parola di Dio questa domenica ci invita al discernimento tra ciò che è essenziale e ciò che è periferico, ciò che è prioritario e ciò che è secondario nella nostra vita. Così, ad esempio, nella nostra relazione con Dio siamo tentati talvolta di aggrapparci a facili sicurezze, a una religiosità fondata su regole chiare e precise che dispensino da una più profonda responsabilità personale. Alla tentazione del legalismo e del formalismo, le letture bibliche odierne rispondono invitandoci ad un rapporto con Dio fondato su scelte maturate consapevolmente nel profondo della nostra coscienza, del nostro cuore, e attuate poi con piena responsabilità.

 

Nella prima lettura vediamo che Mosè, alla fine del lungo pellegrinaggio attraverso il deserto verso la terra promessa, invita il popolo d’Israele ad “ascoltare” e a mettere “in pratica” le leggi e le norme che egli stesso ha trasmesso a nome del Signore: “perché, dice, viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi”. La legge di Dio quindi va anzitutto ascoltata, recepita, personalizzata affinché la sua osservanza sia veramente sorgente di rinnovamento nella nostra vita. Il carattere immutabile della legge, che Gesù è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento, non conduce al fondamentalismo, poiché si tratta di una legge viva, affidata ad un popolo responsabile di questo dono. Essa instaura tra Dio e noi una relazione di amicizia fiduciosa, la cui osservanza rende testimonianza “agli occhi dei popoli”, come dice Mosè. In modo simile, san Giacomo nella seconda lettura, ci insegna che dobbiamo accogliere “con docilità” la parola di Dio, che è stata piantata in noi. “Piantata” in noi, deve crescere e dare frutti concreti di vita cristiana.

 

Il brano evangelico aggiunge alcuni ulteriori elementi a questo insegnamento. che hanno come valore centrale il richiamo all’essenziale, cioè alla dimensione del cuore, sede delle decisioni umane. Gesù polemizza contro le tradizioni dei farisei, che appesantiscono la legge, svuotandola del suo contenuto autentico e, riprendendo parole del profeta Isaia, il Signore afferma: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Dio ci chiede il cuore! Chi ha il cuore puro, cioè semplice, cerca sinceramente Dio, la sua volontà, il suo amore; e cerca anche sinceramente il prossimo, perché creatura amata da Dio. Chi invece ha il cuore impuro, cioè egoista, cerca se stesso al di sopra di tutto, allora questo tale pur osservando esternamente le leggi è un ipocrita perché dà a Dio non se stesso ma solo qualcosa di se, il suo cuore è lontano dal Signore. Per Gesù l’essenziale nella vita etica non è l’osservanza della norma in sé, ma il “cuore”, cioè la consapevolezza e l’amore con cui si osserva la norma. Come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, il cuore “è il luogo della decisione, che sta nel più profondo delle nostre facoltà psichiche. E’ il luogo della verità, là dove scegliamo la vita o la morte. E’ il luogo dell’incontro, poiché, ad immagine di Dio, viviamo in relazione: è il luogo dell’Alleanza” (n. 2563).

 

Certamente, Gesù non condanna l’esteriorità a favore unilateralmente di una astratta e vaga interiorità del cuore. Siamo corpo e anima, esteriorità e interiorità, due dimensioni del nostro essere non opposte, ma complementari. Possiamo applicare questo insegnamento al nostro modo di partecipare alla santa Messa: ogni nostra preghiera, ogni nostro gesto durante il rito della Messa ha senso in quanto proviene dal cuore e informa la nostra esistenza. Non sia che il Signore possa rimproverare anche noi con le parole del profeta: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. 

 

domenica 22 agosto 2021

UNA SINFONIA DI MINISTERI

 



Fabio Fabene, Sinfonia di ministeri. Una rinnovata presenza dei laici nella Chiesa (Prefazione di papa Francesco), Editrice Vaticana - San Paolo, 2020. 127 pp. € 10,00.


Tutti i tempi hanno la loro novità, perciò possiamo dire che viviamo un tempo nuovo. È l’ora che i laici facciano un passo avanti, un passo in più. E trovino nella Chiesa lo spazio necessario per farlo, il modo per rispondere alle loro vocazioni. Attingendo al ricco insegnamento del Vaticano II, recepito dal Sinodo dei vescovi e dai miei predecessori, questo volume offre un’approfondita riflessione sui ministeri che il papa san Paolo VI ha riformato, legandoli non più al cammino di preparazione al ministero ordinato, ma alla varietà di vocazioni e servizi laicali che lo Spirito Santo suscita nella Chiesa […]

Alcuni nuovi ministeri laicali sono stati suggeriti dai recenti Sinodi dedicati alla famiglia, ai giovani e all’Amazonia. Sono ministeri pensati per una Chiesa più sinodale e in uscita, protesa verso le periferie esistenziali […]

Occorre evitare il rischio di trasformare i ministeri in forme di potere, che è una tentazione sempre in agguato. Essi rispondono a una vocazione, sono il frutto di un discernimento personale e comunitario e si esprimono nella diakonia del Popolo di Dio. Una Chiesa tutta ministeriale manifesta un Popolo dai mille volti. È una Chiesa dove il ruolo della donna è centrale. È una Chiesa perennemente fecondata dallo Spirito che “con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo” (Lumen Gentium 4)

(Dalla Prefazione di papa Francesco)

venerdì 20 agosto 2021

DOMENICA XXI DEL TEMPO ORDINARIO ( B ) – 22 Agosto 2021

 



 

Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69

  

Come dicevamo domenica scorsa, e ripete oggi il brano evangelico, i giudei trovano il discorso eucaristico di Gesù “duro” da “ascoltare”. Ecco quindi che “molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui”, abbandonarono il Signore. Il punto maggiormente duro del discorso è quello della Croce, che l’espressione “carne” e “sangue” suggeriscono. E’ la prova di Gesù ed è la prova di ogni suo discepolo. Senza dubbio anche a noi, come ai primi discepoli, il linguaggio e le esigenze del vangelo sembrano talvolta dure e difficili da intendere, e soprattutto da mettere in pratica. La vita dell’uomo è una scelta continua: tra bene e male, tra speranza e disperazione, tra fede e incredulità. Bisogna aver il coraggio di fare delle scelte. Le letture bibliche di questa domenica ci invitano a rinnovare la nostra scelta  fondamentale per il vangelo di Gesù.

 

Così la prima lettura ci parla della scelta che ha dovuto fare Israele appena arrivato alla terra promessa. Giosuè raduna il popolo e lo invita a scegliere: “Sceglietevi oggi chi servire”: se “gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume” o gli “dèi” del nuovo paese. E’ una domanda provocatoria che ha lo scopo di suscitare nel popolo d’Israele una scelta fondamentale verso il “servizio” del Signore. Ed ecco che Israele dichiara solennemente di essere pronto a servire il Signore, “poiché il Signore, nostro Dio, ha fatto uscire noi e i nostri padri dal paese d’Egitto…” Si tratta del rinnovo pubblico del patto. Come ci insegna la storia successiva d’Israele, la scelta fatta va comunque rinnovata giorno dopo giorno, va rivisitata e vissuta secondo le nuove situazioni. La scelta fondamentale non è un atto formale, posto una volta per sempre, è invece un impegno da realizzare. La vita è fatta da scelte, non si può vivere sempre nell’incertezza, nell’ambiguità, e meno ancora nella contraddizione. Possiamo leggere la seconda lettura alla luce di queste riflessioni: san Paolo parla del matrimonio, e afferma che il suo valore fondamentale è l’amore e il servizio reciproco. Chi ha fatto questa scelta, è invitato a restarvi fedeli, “come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei”.

 

Come gli israeliti dopo l’ingresso in Palestina, anche noi oggi siamo entrati in una nuova fase della storia, abbiamo incontrati nuovi idoli (il benessere a portata di tutti, una tecnica sempre più raffinata, ecc.). Come i discepoli del vangelo, ci troviamo di fronte a un Gesù che non corrisponde sempre agli schemi ereditati. Gesù, vedendo che molti lo abbandonavano, si rivolse ai dodici Apostoli con queste parole: “Volete andarvene anche voi?” A nome dell’intero gruppo Pietro risponde con parole che esprimono la fede di ogni discepolo, e quindi anche la nostra: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Ogni volta che ci avviciniamo alla comunione eucaristica affermiamo con questo gesto la nostra scelta decisiva in favore di Cristo e del suo vangelo.

domenica 15 agosto 2021

PERCHÉ PARTECIPARE ALLA MESSA DOMENICALE?

 




Hans Küng, Andare a Messa. Perché? (Meditazioni 51), Queriniana, Brescia 20212, 61 pp. (€ 7,00).


La Queriniana ha pubblicato per prima volta questo testo in italiano nel 1979 (l’originale in lingua tedesca è del 1976). Si tratta di pagine che sono ancora oggi di grande attualità data la drastica diminuzione della frequenza alla liturgia domenicale. Come lo stesso Hans Küng afferma, il volumetto intende offrire soltanto alcune idee per tenere desta la riflessione, nella chiara coscienza che oggi, a motivare la partecipazione al servizio religioso non bastano più l’osservanza di un precetto, la pressione familiare, la consuetudine e il bisogno di comunione. L’autore vuole invitarci a riflettere sulla chance che anche oggi può rappresentare un servizio religioso: anzitutto per ciascuno di noi personalmente e poi per la comunità.

Dopo la Prefazione, il testo si divide in 8 capitoletti: Parlare a Dio?; Un culto quotidiano; Un culto domenicale?; Crisi del culto, crisi della Chiesa; Per amore dell’uomo; Per amore della comunità; Obiezioni; Un buon servizio religioso. Il tutto si conclude con due pagine dedicate alle Prospettive.

 

venerdì 13 agosto 2021

ASSUNZIONE DELLA B. V. MARIA – 15 Agosto 2021 Messa del giorno

 



 

L’Assunzione di Maria celebra il transito della Madre del Redentore presso Dio, la sua piena e definitiva glorificazione presso il suo Figlio. I testi biblici che vengono proposti alla nostra attenzione intendono collocare questo evento nel contesto dell’intero mistero di Maria. Ci soffermiamo brevemente sul brano evangelico.

 

Elisabetta, la sterile, e Maria, la vergine, si abbracciano nello stupore del Dio che opera ciò che umanamente è impossibile. Elisabetta loda Maria, la proclama beata perché ha creduto, contro ogni evidenza, al compimento della Parola di Dio. Maria, invece, riconosce che tutto è opera di Dio e come Maria, la profetessa, sorella di Mosè, dopo il passaggio del Mar Rosso (Es 15,21), come Anna, la madre di Samuele, dopo il dono della maternità (1Sam 2,1-10), anche la Madre di Gesù innalza la sua lode all’Altissimo. Maria non risponde alla lode di Elisabetta, ma si pone sola davanti al Dio. E in modo sublime proietta la lode ricevuta al suo Signore e Salvatore, unica sorgente di gioia e solo degno di onore. Il Magnificat è una bellissima sintesi della storia della salvezza. Maria si colloca come punto di arrivo di tutto il cammino del popolo di Dio e come punto di partenza del nuovo popolo dei redenti. Nel Magnificat si denuncia la menzogna e l’illusione di coloro che si credono signori della storia e arbitri del loro destino e si va incontro a chi, come Maria, ha il cuore carico di amore e l’anima distaccata e libera. Il Dio che si rivela nel Magnificat è il Dio degli umili, dei poveri, degli affamati, degli ultimi, tra i quali Maria si riconosce: “ha guardato l’umiltà della sua serva”.

 

“D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Maria non esalta se stessa, ma il Signore che l’ha eletta a strumento del suo amore. Questa è la più grande “vittoria” di Maria: essersi lasciata possedere tutta da Dio, perché egli manifestasse in lei “la potenza del suo braccio”. La grandezza di Maria appare nel suo celebrare e riconoscere che Dio ha fatto tutto in lei, mentre lei si è limitata a credere. Maria ha osato credere allo sguardo di amore di Dio su di lei.

         

Celebrando l’Assunzione di Maria dobbiamo collocare questo evento nella “totalità” del mistero di Maria. Allora potremo percepire che in questo mistero ci sono i destini dell’umanità. Quello che in lei è ormai una realtà pienamente posseduta, lo sarà un giorno anche per noi. Maria assunta diventa icona, profezia del destino di tutti noi. San Paolo nella seconda lettura ci ricorda che Cristo è la primizia di questo destino. Maria è la prima creatura di quella catena di creature che Dio vuole recuperare a sé. La festa odierna è quindi per noi piena di gioiosa speranza perché in Maria contempliamo e pregustiamo quella gloria futura alla quale siamo chiamati e destinati.

 

domenica 8 agosto 2021

LA LITURGIA DELLE ORE NELLA VITA DEI CRISTIANI

 



 

Loris Della Pietra – Giovanni Cavagnoli, “Perseveranti nella preghiera”. La Liturgia delle Ore nella vita dei battezzati (Preghiera e liturgia 20), Centro Eucaristico, Ponteranica (BG) 2021. 119 pp. (€ 12,00).

 

Il ritmo della preghiera quotidiana è segnato da quelle soglie significative costituite dal risveglio, dalla pausa del lavoro e dal sonno. Le “ore liturgiche” sono quindi anzitutto “ore esistenziali” in cui ciascuno di noi viene rapportato al senso della sua esistenza. In questo contesto, le  diverse ore ci invitano a rivivere i diversi eventi della storia della nostra salvezza, il cui centro è Cristo.

In nove capitoli, gli autori ripropongono la struttura e gli elementi rituali della preghiera oraria della Chiesa: La preghiera e le ore del giorno; La Chiesa in preghiera con Cristo; La lode mattutina; Il sacrificio vespertino della preghiera; la sosta del lavoro e prima del riposo; La Scrittura nella preghiera oraria; I Salmi nel loro rapporto con la preghiera cristiana; Gli elementi rituali della Liturgia delle Ore; Liturgia delle Ore e impegno pastorale.

 

venerdì 6 agosto 2021

DOMENICA XIX DEL TEMPO ORDINARIO ( B ) – 08 Agosto 2021

 



 

1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51

         

La prima lettura ci racconta la disperata fuga del profeta Elia attraverso il deserto, perseguitato a morte dalla crudele e onnipotente regina fenicia, Gezabele, che dominava in Israele.  Stanco e sfinito al punto da desiderare la morte come suprema liberazione, l’angelo di Dio interviene ed il profeta viene rinvigorito da un cibo miracolosamente preparato davanti a lui. Il racconto conclude con queste parole: “Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb”, luogo natale del popolo ebraico. Anche noi nel nostro pellegrinare per il deserto della vita, specie nei momenti di stanchezza o di scoraggiamento, ci rendiamo conto che non abbiamo le forze per continuare, non ce la facciamo più, non ci basta il nutrimento terreno, abbiamo bisogno di qualcosa di più consistente, un nutrimento che ci rinvigorisca dentro.

 

La pagina evangelica che leggiamo oggi ci presenta, per la seconda domenica consecutiva, un brano del grande discorso di Gesù dopo il miracolo dei pani. Gesù si proclama “pane disceso dal cielo”, dato agli uomini perché “chi ne mangia non muoia” ma viva in eterno. Questo pane, se mangiato e assimilato, è sorgente in noi di una vita perenne che non teme la morte. Se Gesù si identifica con il pane della vita dato da Dio, allora vuol dire che “mangiare” significa anche “credere”. Solo così viene superata la morte. In altre parole, la vita piena e definitiva si ottiene solo mediante la fede in Cristo, anzi mediante la condivisione del destino di colui che è il pane vivo disceso dal cielo. Il brano evangelico esalta la forza trasformatrice e “divinizzante” del pane di vita, germe della nostra risurrezione. Mangiando questo pane inizia in noi la risurrezione, inizia un processo di crescita che sarà più forte di ogni deserto. Non invocheremo più il Signore perché ci faccia morire, come aveva fatto Elia; sapremo vivere la nostra morte secondo quanto insegna il mistero racchiuso in quel pane della vita.

 

Nella seconda lettura, san Paolo ci spiega che Gesù è diventato salvezza dell’uomo perché “ha dato se stesso per noi”. Gesù è “il pane della vita” perché è la rivelazione di Dio a noi e, più in particolare, perché ha dato tutto se stesso per la liberazione dell’uomo dal male e dal peccato. L’incarnazione storica del Figlio di Dio in Gesù Cristo, culminante nella croce con la donazione della sua vita per la nostra salvezza, si prolunga nel segno sacramentale del pane eucaristico. L’Apostolo aggiunge ancora: “camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato”. E’ un invito a diventare noi stessi “eucaristia”, dono per gli altri. Nella solidarietà reciproca, nell’impegno per gli altri, nella fede e nella speranza nonostante ogni scacco, si esperimenta e si esprime la vitale presenza di Cristo tra noi.

domenica 1 agosto 2021

INTERPRETAZIONE LITURGICA DELLA BIBBIA

 



 

Renato L. De Zan, “Unius verbi Dei multiplices thesauri”. La lettura liturgica della Bibbia: appunti per un metodo (Bibliotheca “Ephemerides Liturgicae” “Subsidia” 196), CLV – Edizioni Liturgiche, Roma 2021. 243 pp. (€ 28,00).

L’argomento di questo volume poteva essere affrontato solo da un liturgista che fosse al tempo stesso un biblista. Il Prof. De Zan ha conseguito il dottorato in liturgia e il dottorato in Sacra Scrittura, ed ha una lunga esperienza di docenza. La liturgia ha un modo proprio di interpretare la Bibbia, cosa talvolta dimenticata dai biblisti che commentano le pericopi bibliche del Lezionario, commenti esegeticamente ineccepibili, ma con una certa frequenza liturgicamente distonici.

L’autore ci offre un’opera di carattere metodologico con competenza, precisione e chiarezza. Ecco i titoli dei 9 capitoli del libro:

1. L’interpretazione liturgica della Scrittura: quasi una epistemologia.

2. “Sarà per voi un memoriale”.

3. “Fate questo in memoria di me”.

4. I testi della liturgia della Parola nella storia.

5. Dai Praenotanda al metodo.

6. Il Testo.

7. L’Esegesi.

8, Il contesto letterario.

9. Il contesto celebrativo.