Un cenno particolare vorremmo riservare alla
danza liturgica. Abbiamo già visto la rilevanza che ha quest’arte nell’ambito
della vita d’Israele e della sua stessa teologia (Pr 8,30-31). Ora ci fermeremo
brevemente sull’uso cultico della danza. Anche nella religiosità cananea la
danza con finalità “estatiche” era molto praticata. È la Bibbia stessa a
ricordarlo con la rappresentazione dell’adorazione del vitello d’oro, tipico
simbolo del Baal cananeo: quando Mosè, scendendo dal monte e avvicinandosi
all’accampamento degli israeliti, ode “il grido di chi canta a due cori”, s’accorge
subito del “vitello e delle danze” (Es 32,18-19). Nella sfida tra Elia e i
sacerdoti di Baal sul Carmelo, questi ultimi “continuavano a saltare intorno
all’altare che avevano eretto…; gridavano a voce più forte, si facevano
incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di
sangue… agivano da invasati” (1Re 18,26.28-29).
L’esempio più alto della danza liturgica di
Israele è, ancora una volta, quello di Davide davanti all’arca mentre viene
trasferita nella nuova capitale, Gerusalemme: “Davide danzava con tutte le
forze davanti al Signore… Ora, mentre l’arca del Signore entrava nella città di
Davide, Mikal, figlia di Saul, guardò dalla finestra; vedendo il re Davide che
saltava e danzava davanti al Signore, lo disprezzò in cuor suo” (2Sam 6,14,16; cfr.
1Cr 13,8). La danza accompagna spesso anche il Salterio perché la lode divina
deve coinvolgere tutto l’essere (Sal 149,3; 10,4). Un esempio suggestivo anche
dal punto di vista rubricario è proposto dal Sal 118 che è strutturato su un
vero e proprio spartito rituale: “Ordinate la danza con rami frondosi sino ai
lati dell’altare!” (v. 27). Si ha qui forse un’allusione alla festa delle
Capanne, durante la quale si agitava il lulav, un mazzetto di fronde di
palma, di mirto e di salice (Lv 2,40). È, comunque, degno di nota che il
termine biblico per indicare la “festa”, hag, deriva proprio dal verbo hag
che significa “danzare”. E il salmo citato raffigura appunto una scena di danza
liturgica processionale durante una festa ebraica.
Fonte: Gianfranco Ravasi, Il canto della rana.
Musica e teologia nella Bibbia, Milano 2025, pp. 85-87.