Translate

venerdì 18 ottobre 2019

DOMENICA XXIX DEL TEMPO ORDINARIO ( C ) – 20 Ottobre 2019



Es 17,8-13°; Sal 120 (121); 2Tm 3,14-4,2; Lc 18,1-8

La parabola della vedova e il giudice parla di un preghiera perseverante, continua, assidua. La preghiera assidua non consiste nel moltiplicare le parole (“Quando pregate, non sprecate parole come i pagani…”). La perseveranza nella preghiera non è ripetizione meccanica di parole. Perseverare nella preghiera significa fidarsi di Dio sia quando ci ascolta sia quando sembra ignorarci.

Nella parabola, la figura principale non è la vedova, ma il giudice. In primo piano non è l’insistenza della vedova, ma la prontezza di Dio nel fare giustizia.

L’espressione “fare giustizia” ricorre quattro volte nella parabola e può essere presa come parola chiave per la sua interpretazione. Nella Bibbia la vedova è il prototipo della persona indifesa, debole, povera, e può essere quindi simbolo di tutti i poveri che domandano giustizia. Se Dio è buono perché l’ingiustizia trionfa nel mondo? Se Dio è della nostra parte, perché non ascolta le nostre preghiere? Gesù ci assicura comunque che l’intervento di Dio è certo. Il vero problema – conclude sorprendentemente Gesù – non è l’intervento di Dio, ma la nostra fede: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” 

Non si tratta quindi di una efficacia meccanica della preghiera, quasi che il pregare fosse un’attività magica. La preghiera è anzitutto un’esperienza profonda di fede e di fiducia in Dio. Poi quando Gesù ci esorta a “pregare sempre, senza stancarsi”, a “gridare” e “importunare” non intende indurci a pregare per ottenere favori casuali. Egli ci spinge a pregare perché il regno di Dio si compia, come ci ricorda il Padrenostro: “Venga il tuo regno” (Mt 6,33). Tutte le suppliche, anche quelle dirette alla propria salvezza personale, mirano in ultimo termine alla venuta del regno di Dio, nel quale la nostra individualità è inserita senza nel contempo scomparire, e il cui arrivo porta con sé il nostro essere salvati.