Translate

venerdì 7 novembre 2025

DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE – 9 Novembre 2025

 



 

Ez 47,1-2.8-9.12; Sal 4 (46); 1Cor 3,9c-11.16-17; Gv 2,13-22.

La lettura evangelica ci ricorda che Gesù è il nuovo tempio: “Egli parlava del tempio del suo corpo”. In Lui Dio si è fatto carne ed è venuto a piazzare la sua tenda in mezzo a noi. Come dice san Paolo, noi siamo membra vive del corpo di Cristo, quindi anche noi siamo “tempio di Dio”. I templi fatti dalla mano dell’uomo sono al servizio del tempio di pietre vive, non fatto dalla mano dell’uomo; come dice il prefazio della messa, la “Chiesa è significata dalle chiese che edifichiamo”. Questa dottrina acquista un particolare significato nel giorno della dedicazione della basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale del vescovo di Roma, che “sovrintende alla carità” (sant’Ignazio di Antiochia) di tutte le Chiese locali e perciò viene chiamata anche “Chiesa madre di tutte le chiese”. Celebrando dunque questa festa, ricordiamo innanzitutto che siamo in comunione gli uni con gli altri, nonostante le diversità, e tutti siamo in comunione con il papa, vescovo di Roma.

Anche se ogni vescovo esercita il suo ministero di santificazione e di culto in tutta la diocesi, la cattedrale è il luogo proprio in cui egli svolge le funzioni di grande sacerdote del suo gregge, il luogo dove proclama la Parola e presiede le celebrazioni sacramentali, in particolare l’eucaristia. Da una parte, la Chiesa, come sacramento o segno e strumento della presenza della salvezza offerta in Cristo, ha bisogno di realizzarsi e rendersi visibile in un luogo concreto. D’altra parte, la liturgia è un’azione che si svolge necessariamente nell’ambito spazio-temporale. Ciò la rende, di fatto, manifestazione del mistero della Chiesa, rappresentata nella comunità riunita e presieduta dai suoi pastori.

La dedicazione della chiesa cattedrale può essere interpretata alla stregua di una iniziazione cristiana dell’edificio che rappresenta la comunità dei fedeli. Infatti, così come “con i sacramenti dell’iniziazione cristiana, il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, sono posti i fondamenti di ogni vita cristiana” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1212), così anche la dedicazione dell’edificio ecclesiale sta a significare la consacrazione di una Chiesa particolare. In questo senso, l’anniversario della dedicazione della chiesa cattedrale, che deve celebrare l’intera comunità diocesana, è come l’anniversario del battesimo dell’intera comunità cristiana e, in definitiva di un popolo santificato con la Parola e i sacramenti, chiamato a crescere e a svilupparsi, in analogia con il corpo umano, fino a raggiungere la misura di Cristo in pienezza (cf. Ef  4,13-16). Nell’Ufficio delle letture del Comune della dedicazione di una chiesa, la Liturgia delle Ore ci propone un brano tratto da un discorso di sant’Agostino, in cui il santo vescovo d’Ippona afferma, tra l’altro: “La dedicazione della casa di preghiera è la festa della nostra comunità. Questo edificio è divenuto la casa del nostro culto. Ma noi stessi siamo casa di Dio. Veniamo costruiti in questo mondo e saremo dedicati solennemente alla fine dei secoli…”

La preghiera dopo la comunione, dopo aver affermato che la Chiesa è il segno visibile della Gerusalemme celeste, chiede al Signore che ci “trasformi in tempio vivo della sua grazia perché possiamo entrare nella dimora della sua gloria”.