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sabato 2 luglio 2016

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ( C ) – 3 Luglio 2016


Is 66,10-14c: La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi

Sal 65 (66): Acclamate Dio voi tutti della terra

Gal 6,14-18: Ciò che conta è l’essere nuova creatura

Lc 10,1-12.17-20: E’ vicino a voi il regno di Dio

Le tre letture parlano della salvezza, della realtà nuova che Dio ha operato in noi. Nel vangelo vediamo che Gesù invia i suoi settantadue discepoli (tanti quanti sono le nazioni pagane secondo Gen 10) in missione di “pace”, a “curare i malati” e ad annunciare: “E’ vicino a voi il regno di Dio”. Che cos’è il regno di Dio? Per rispondere a questa domanda, iniziamo dalla prima lettura, la quale riporta un brano profetico pronunciato in un momento difficile per la storia d’Israele: dopo l’esilio di Babilonia, la situazione di coloro che sono ritornati a Gerusalemme è disperata; praticamente c’è penuria di tutto. E’ il momento impegnativo della ricostruzione. In questo contesto, il profeta annuncia un futuro di gioia e di benessere. Quale rapporto ha tutto ciò col regno di Dio? Quando la Bibbia parla del regno di Dio usa un concetto molto generale. Esso comprende anche l’appagamento di quei desideri umani che sorgono nei cuori degli uomini e nutrono le speranze dei popoli specie nei momenti di prova. Così si oppongono al regno di Dio la malattia, la morte, la povertà opprimente, la fatica, l’oppressione politica e sociale, la guerra. Possiamo quindi affermare che quando il profeta consola i rimpatriati da Babilonia e annuncia un futuro migliore, la prospettiva di fondo è quella del regno di Dio, quella situazione ideale di salvezza che l’uomo spera di poter raggiungere. Ciò che è tipicamente cristiano del regno di Dio è che il raggiungimento di un tale traguardo non è sperato solo in quanto frutto dell’opera umana, ma come dono che Dio ha promesso definitivamente per mezzo di Cristo.

Nel brano della seconda lettura, san Paolo annunzia al centro del suo vangelo la croce di Cristo, sorgente dell’essere “nuova creatura”. Il regno di Dio si realizza anche attraverso la via della croce. La croce assume in sé tutta la violenza dell’uomo, anzi essa è il risultato tenebroso dell’azione stessa di satana; ma nello stesso tempo la croce afferma la vittoria definitiva dell’amore di Dio sulle tenebre del peccato e della morte. E’ solo la conformità esistenziale alla croce, che ci unisce intimamente al Cristo glorioso.