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lunedì 12 dicembre 2016

LE NUOVE PREGHIERE EUCARISTICHE SCRITTE IN TRATTORIA?


 
Qualche giorno fa, nel post “A proposito delle solite critiche alla riforma liturgica”, un Anonimo si domandava: “E' vero che la preghiera eucaristica è stata riscritta all'ultimo minuto in una trattoria di Trastevere?” La domanda non mi scandalizza. Mi spiego. E’ vero che delle “nuove” 3 preghiere eucaristiche si è parlato per prima volta in una cena gustando un eccellente vino della Mosella. Lo racconta Bernard Botte nelle sue memorie o “ricordi” (p. 209). La commissione del Consilium per la riforma dell’Ordinario della Messa era presieduta da Monsignor Wagner, direttore dell’Istituto di Treviri. Racconta Botte: “Siccome mi trovavo a Treviri con il mio gruppo di lavoro, fui invitato una sera a cena da Monsignor Wagner insieme al Professor Vogel. Fu gustando un eccellente vino della Mosella che ci confidò un segreto: era stato chiamato da Paolo VI che l’aveva incaricato di redigere tre nuove preghiere eucaristiche da utilizzare oltre al Canone romano”.

In seguito, Mons. Wagner con un gruppo di una quindicina di esperti, tra i quali il Prof. Fischer, Mons. Schnitzler, P. Jungmann, P. Bouyer, P. Gy, Dom Vagaggini e lo stesso Botte, si radunarono a Locarno per la durata di una settimana intera di lavoro. Per la prima delle tre nuove preghiere, si pensò ispirarsi all’anafora della Tradizione Apostolica, la seconda sarebbe stata di tipo gallicano e la terza di tipo orientale. Quando si prese in esame la preghiera di tipo orientale, alcuni (tra i quali Bouyer e Botte) credevano che la soluzione più logica era quella di prendere una anafora orientale e tradurla, e proponevano quella di san Basilio di rito alessandrino. A questa proposta si oppose  Vagaggini che obiettava che questo avrebbe messo in difficoltà i cattolici latini. Abituati a considerare che la consacrazione si compie con le parole di Cristo, non avrebbero compreso il senso di una successiva “invocazione consacratoria” dello Spirito Santo. Quando si radunò il Consilium, P. Bouyer difese l’anafora di san Basilio e Vagaggini ricordò quanto aveva detto nel raduno degli esperti. Il risultato della discussione fu di quindici pro e quattordici contra. Il card. Confalonieri, che presiedeva la riunione, ritenne insufficiente la maggioranza e pensò che fosse necessario riferire al Papa. Alla fine, come si sa, è stato il testo di Vagaggini, ispirato alle anafore orientali, a diventare la terza preghiera eucaristica del Messale Romano.

Se poi alcuni esperti del gruppo si sono radunati per una cena in una trattoria di Trastevere e hanno commentato qualcosa al riguardo, non credo tolga serietà al lavoro fatto.