Translate

domenica 18 dicembre 2016

San Pietro Canisio, sacerdote e dottore della Chiesa (21 dicembre)


 
 
Pietro Canisio [Kanijs] (Nimega, 1521 – Friburgo, Svizzera, 21 dicembre 1597), studiò a Colonia e a Lovanio, a 22 anni entrò nella Compagnia di Gesù, diventando l’ottavo membro – e il primo tedesco – dell’ordine dei gesuiti fondato pochi anni prima. Partecipò come teologo al concilio di Trento, e quindi appartiene alla prima generazione di riformatori tridentini. Come altri controvertisti postridentini, è stato chiamato “il martello degli eretici”. Il Messale Romano 1962 lo ricorda il 27 aprile; il Messale Romano 2002 ne fa memoria il 21 dicembre, giorno della sua morte. 

 

Colleta del MR 1962:

Deus, qui ad tuendam catholicam fidem beatum Petrum Confessorem tuum virtute et doctrina roborasti: concede propitious; ut, eius exemplis et monitis, errantes ad salutem resipiscant, et fideles in veritatis confessione perseverant.

 

Colletta del MR 2002:

Deus, qui ad tuendam catholicam fidem virtute et doctrina beatum Petrum presbyterum roborasti, eius intercession concede, ut, qui veritatem quaerunt, te Deum gaudenter inveniant, et in tua confessione populous credentium perseveret.

 

“O Dio, che hai suscitato in mezzo al tuo popolo san Pietro Canisio, sacerdote pieno di carità e di sapienza, per confermare i fedeli nella dottrina cattolica, concedi a quanti cercano la verità, la gioia di trovarti e a coloro che credono, la perseveranza nella fede”.

 

La prima parte delle due collette ricorda che san Pietro Canisio è stato pieno di carità (virtus) e di sapienza. Nella supplica, invece, le due collette si esprimono con una variante significativa: nel MR 1962 si chiede che coloro che sono nell’errore, ricuperino la salvezza; nel MR 2002 si chiede invece che quanti cercano la verità, abbiano la gioia di trovare Dio. C’è quindi un cambiamento di mentalità nei confronti dell’errante, sulla scia del Vaticano II che nella Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae (n. 11) afferma: “Dio chiama certamente gli uomini a servirlo in spirito e verità, perciò essi sono vincolati in coscienza, ma non sono coartati. Egli, infatti, ha riguardo della dignità della persona umana da lui creata, che deve essere guidata da decisione personale e godere di libertà”.