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domenica 16 settembre 2018

LA STRUTTURA TEOLOGICA TRIDIMENSIONALE DELL’EUCOLOGIA






Essendo la celebrazione liturgica un avvenimento salvifico in forma rituale, ciò che si compie in essa non è anzitutto l’agire dell’uomo ma ancora prima quello di Dio: la salvezza che Dio ha operato nella pasqua di Cristo e si è manifestata nel dono dello Spirito, si realizza nella Chiesa come mysterium. Infatti la liturgia è opera della Trinità: Liturgia opus Trinitatis (Catechismo della Chiesa Cattolica [= CCC], n. 1077). In armonia con questa dimensione storico-salvifica della liturgia, si può affermare in forma sintetica che l’eucologia ha tre dimensioni: dossologica, anamnetica ed epicletica, che talvolta vengono riferite rispettivamente al Padre, al Figlio e allo Spirito. Ciò è vero non solo della preghiera eucaristica ma anche dell’eucologia cosiddetta minore. Questa articolazione in tre dimensioni o tempi è richiesta dal nostro procedere logico nell’esprimerci. Notiamo però che non la si deve applicare in modo meccanico all’agire di Dio in quanto l’agire delle Tre Persone Divine non avviene separatamente. Il discorso sulla struttura tridimensionale dell’eucologia va quindi fatto con cautela, perché non si tratta di dimensioni separabili ma di un’unica e medesima realtà.

In quest’unica realtà, però, non c’è dubbio che l’anamnesi, o memoria esplicita dell’opera divina, è l’elemento essenziale senza del quale non vi può essere preghiera propriamente cristiana. Il contenuto dell’anamnesi, incentrato sul Mistero di Cristo, assume note specifiche in ogni preghiera secondo forme più o meno articolate e sviluppate. Nei casi limite tale anamnesi si può considerare sostanzialmente presente, benché ridotta al minimo, nel semplice Per Christum Dominum nostrum con cui si chiudono le orazioni della liturgia romana. Infatti, con questa conclusione l’orazione, abitualmente rivolta al Padre, fa appello alla mediazione di Cristo Signore, innestando così tutto il suo contenuto sull’opera divina della salvezza. Questa formula cristologica, che nella colletta è anche esplicitamente trinitaria (Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus sancti Deus per omnia saecula saeculorum), è allo stesso tempo anamnesi e confessione di fede. Anche quando la preghiera si rivolge a Cristo (il che è più raro), la dossologia finale è sempre trinitaria: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. 

Nel Messale Romano del 1962 ci sono ben 64 orazioni rivolte al Figlio; nel Messale del 2002 ne sono rimaste soltanto 5: le collette del venerdì della I settimana di Avvento, del 24 dicembre e della solennità del Corpo e Sangue di Cristo; nonché le orazioni dopo la comunione della solennità del Corpo e Sangue di Cristo e della festa dell’Esaltazione della Santa Croce.

Se l’elemento anamnetico è essenziale, non meno importante è quello epicletico. L’epiclesi infatti protegge l’anamnesi dal fraintendimento di essere un ricordo puramente psicologico. Nella preghiera di epiclesi, la comunità orante confessa la sua fede nella potenza dello Spirito che opera qui e ora nella celebrazione.

Ogni testo eucologico ha quindi un nucleo contenutistico essenzialmente comune, che troviamo espresso anzitutto e pienamente nella preghiera eucaristica, cuore e centro dell’intera celebrazione eucaristica, testo presidenziale per eccellenza.