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domenica 13 luglio 2025

UN “MONASTERO DEI NON CREDENTI”?

 



 

Devo riconoscere che l’esistenza di luoghi che richiamino la trascendenza, in un mondo così preso dalle questioni del quotidiano e dalla corsa al successo che si misura in quantità di moneta, è di stimolo e di richiamo a questa dimensione dimenticata.

Tale convinzione ha una lunga storia. E forse il segno più esplicito di questo bisogno si lega all’idea di un “monastero dei non credenti”, un luogo di “fuga”, o meglio di “rifugio” temporaneo, lontano dal mondo in cui dedicarsi alla ricerca di Dio partendo da se stessi, dalla propria interiorità, dai segni, dall’impronta che il Creatore deve aver lasciato da qualche parte nella mente umana.

Il mondo terreno è oggi ricco di attrazioni e ha un grande fascino. Si aggiunga la tecnologia che crea ambienti digitali e community attraenti come i social network.

Richiami a Dio e al cielo sono quindi utili, anche se dovrebbero limitarsi a luoghi di totale libertà, di libera ricerca, senza imposizioni, privi di richiami che finirebbero per rappresentare altre distrazioni.

Il “monastero dei non credenti” ha ancora per me un grande fascino. Anche perché in questo monastero si può scoprire di essere credenti. Un luogo dove fare esperienza di Dio. E basta. Lo si può incontrare dappertutto, ma è più facile qui che in un pub di Londra.

 

Fonte: Vittorino Andreoli, Preghiera del non credente, TS, Milano 2025, pp. 8-86.