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mercoledì 16 marzo 2016

LA RIFORMA DELL’ANNO LITURGICO. FATTA MALE?


 
“L’anno liturgico sia riveduto in modo che, conservati o restaurati gli usi e gli ordinamenti tradizionali dei tempi sacri secondo le condizioni di oggi, venga mantenuto il loro carattere originale, per alimentare debitamente la pietà dei fedeli nella celebrazione dei misteri della redenzione cristiana, ma soprattutto nella celebrazione del mistero pasquale”. Così avevano deciso i padri conciliari nella Costituzione Sacrosanctum Concilium 107.

La riforma dell’anno liturgico fu affidata al Coetus del Consilium n. 1 (De Calendario) (1) che, oltre al cap. V della SC, si avvalse della “Memoria sulla riforma liturgica” preparata dalla Commissione istituita da Pio XII nel 1948, che aveva dedicato la parte più rilevante del suo lavoro al Calendario (2) e del Supplemento III alla stessa Memoria (3).

Il Coetus 1 lavorò in stretto collegamento con il Coetus 17 sui riti particolari, e dal gennaio 1965 al dicembre del 1967 elaborò ben 17 schemi.

Il 18 aprile del 1967 lo schema XIII fu presentato a papa Paolo VI il quale, fatte le sue osservazioni, volle che fosse sottoposto all’esame delle Congregazioni dei Riti e per la Dottrina della fede, che, particolarmente quest’ultima, lo esaminarono dettagliatamente. Le loro osservazioni furono esaminate e discusse in una commissione mista. Il Papa ne accettò le conclusioni e con il Motu proprio Mysterii Paschalis del 14 febbraio 1969, festa dei santi Cirillo e Metodio e XI centenario della morte di san Cirillo, promulgò le Norme Generali sull’anno liturgico e unitamente il Calendario Romano generale, che furono resi pubblici però il 9 maggio dello stesso anno, con un commento dello stesso Consilium, che non ha però carattere ufficiale (4).

Noto i diversi passaggi del lavoro (ben 17 schemi e più di tre anni di lavoro), la continuità con la riforma avviata da Pio XII, la supervisione delle Congregazioni Romane dei Riti e della Dottrina della fede, il personale coinvolgimento di Paolo VI.

 

(1) Esso era composto da A. Bugnini (Segretario del Consilium), A. Dirks (segretario), R. Van Doren, J. Wagner, A. G. Martimort, P. Jounel (nominato relatore nel 1967), A. Amore, H. Schmidt. Lo studio del Proprio del tempo fu affidato a P. Jounel e quello del Proprio dei santi ad Agostino Amore (cf. A. Bugnini, La Riforma liturgica (1948-1975), CLV – Edizioni Liturgiche, Roma 1983, p. 302).

(2) Memoria sulla riforma liturgica, in C. Braga, La riforma liturgica di Pio XII. Documenti (BEL 128), CLV- Edizioni Liturgiche, Roma 2003, pp. 5-169.

(3) Supplemento III. Materiale storico, agiografico, liturgico per la riforma del Calendario (C. Braga, ibid., pp. 447-647).

(4) A. Bugnini, La Riforma liturgica, pp. 306-311.