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domenica 9 dicembre 2018

IL PAGANESIMO E LE RELIGIONI “À LA CARTE”






Marc Augé, Cuori allo schermo. Vivere la solitudine dell’uomo digitale (Una conversazione con Raphaël Bessis), Mondadori 2018. 162 pp. (€ 16,50).



Offro ai lettori del blog l’ultima parte del capitolo 7: “Il paganesimo e le religioni ‘à la carte’” (qui pp. 54-57). Se non altro, sono pagine che fanno pensare.



… il cristianesimo ha accolto numerosi aspetti dal protestantesimo e nella tradizione cattolica non è difficile individuare innumerevoli elementi pagani.

Quanto accade in America Latina forse dipende dalla dimensione pagana del cattolicesimo. Ne sono una conferma la presenza di innumerevoli santi, i riti o l’idea che la preghiera possa avere un’efficacia immediata.

Non è un caso che la Chiesa cattolica si sia sovrapposta alle strutture pagane; certamente la sua era una vera e propria strategia atta a cancellare i luoghi di culto precedenti, ma che si realizzava con un’ambiguità su cui era facile giocare. Tutte le leggende e le storie collegate a questa o quella Madonna e a questo o quel miracolo lo testimoniano. Pensate per esempio alla Vergine di Guadalupe in Messico.

Quindi nella pratica del cattolicesimo è presente un lato pagano. Il sentimento religioso di chi ha una fede semplice passa attraverso una relazione con i santi e il rito che risulta quasi strumentale e proprio in questo pagana. Al contrario non è pagana la speculazione sul futuro, sulla persona oltre la morte o il concetto di peccato.

Sia in America Latina sia in Africa, e più in generale nelle regioni che si trovano alla confluenza di diverse tradizioni, nella pratica religiosa indigena si riscontra spesso questa ambivalenza: talvolta prevale l’aspetto più cristiano, talvolta quello pagano.

Questa tendenza continua a preoccupare ancora oggi i rappresentanti della Chiesa, che sembrano sempre convinti che gli indiani o gli altri fingano di convertirsi per poter restare fedeli agli antichi culti.

Per tornare all’interpretazione dello sviluppo delle idee religiose in relazione alla mondializzazione, ho dei dubbi nel definire questa evoluzione un “cristianesimo pagano”, in quanto non sono certo della natura esclusivamente cristiana del riferimento. Mi sembra che ciò che avviene in America Latina, e forse anche altrove, corrisponda a un sistema di passaggio possibile tra opzioni religiose differenti. In qualche modo il mercato religioso si è diversificato.

Nella simbologia di tanti piccoli culti che valorizzano l’importanza della Vergine Maria (penso a Maria Lionza in Venezuela o alle forme diverse del candomblé o dell’umbanda) sono presenti elementi e citazioni presi in prestito dai cristiani. Questo ci fa intuire che ciò che sta emergendo corrisponde a una specie di sistema di interpretazione individuale dell’evento, d’ispirazione tipicamente pagana. Ma quale percentuale di cristianesimo contengono queste invenzioni religiose? Difficile a dirsi.

In opposizione a questi culti sincretici esiste un cristianesimo la cui origine protestante rafforza leggermente la sua natura non pagana. Mi riferisco all’evangelismo, al pentecostalismo. Questi movimenti si esprimono con molta decisione contro tutto l’aspetto peccaminoso della vita (la droga, il sesso e altre cose orribili…) introducendo un rigido sistema di purificazione, per nulla indulgente. Il loro successo risulta piuttosto impressionante.

Sa che l’evangelismo si sta diffondendo a livelli moto importanti sia in Africa che nell’Europa dell’Est? È anche interessante notare che molti capi di Stato dell’America del Sud oggi sono rappresentanti o membri di queste Chiese.

A prima vista, quindi, questi movimenti si pongono in opposizione a tutti i diversi sincretismi in cui sono presenti elementi cristiani. Tuttavia, le indagini condotte dagli etnologi hanno portato alla luce che spesso essi rappresentano soltanto un luogo di passaggio nella vita dei credenti. Per la maggior parte dei fedeli, l’approdo all’evangelismo o al pentecostalismo costituiva un’opzione temporanea, nell’attesa di un’alternativa.

Di conseguenza, anche se determinate scelte sono piuttosto lontane dal paganesimo, il semplice fatto che esista la possibilità di una religione “à la carte” con una serie di opzioni diverse conferisce alla pratica religiosa contemporanea una dimensione pagana a largo termine.

Il paganesimo, infatti, richiedeva di adorare gli dei del villaggio, ma non disdegnava di inserire eventuali altri pantheon. I pagani non facevano guerre di religione…

Ma facevano altre guerre, vero?

Ah, sì, non erano certo pacifisti!