Translate

domenica 15 marzo 2020

I LINGUAGGI NON VERBALI




Comunemente si pensa che il linguaggio verbale sia il più usato nella comunicazione; in realtà, il ricorso al non verbale è molto più ampio, come rilevano gli studiosi. Anche nella celebrazione liturgica ritroviamo analoghe proporzioni. La prima conseguenza che se ne dovrebbe trarre è quella di fare molta più attenzione al linguaggio non verbale; invece avviene che si analizzino minuziosamente le forme verbali, mentre non ci si preoccupa del fatto che gran parte di quello che la liturgia trasmette è veicolato da codici non verbali, che difficilmente possono essere codificati nelle rubriche e, anche se in misura molto ridotta, da elementi paralinguistici.

Per la sua narrazione la liturgia fa ricorso a molti codici e linguaggi non verbali; per averne una idea basta passare in rassegna quanto segue. Codice personale: le persone e i loro ministeri e servizi. Codice oggettuale: gli oggetti che usano. Codice cinesico: i movimenti e la postura del corpo, i gesti, la mimica, lo sguardo. Codice tattile: il contatto fisico, gli abbracci, le unzioni. Codice ottico: il vedere e il guardare, la luce e il buio, i colori. Codice olfattivo: gli odori e i profumi, l’incenso, i fiori. Codice iconico: le immagini, i quadri, le statue. Codice del vestito e delle insegne: per i vari ministri. Codice musicale: la musica e il canto. Codice del silenzio: il silenzio stesso. Codici spaziali: locale o topografico (gli spazi rituali e la loro organizzazione: i movimenti, le processioni) e prossemico (la vicinanza e la lontananza tra i soggetti). Codice temporale: lo sviluppo del rito nel tempo, il ritmo, le pause, il giorno con le sue ore, l’anno con i suoi tempi.

Questa varietà ci fa capire quanto il linguaggio non verbale sia ampio e complesso e non si limiti solo all’espressione gestuale. Solitamente non si utilizza mai un solo codice alla volta, ma vi sono interazioni reciproche, anche se uno può essere prevalente rispetto agli altri.


Fonte: Carmine Autorino, “Il linguaggio verbale e non verbale del Messale Romano, via per comunicare il mistero celebrato”, in Salvatore Esposito – Francesco Asti – Carmine Matarazzo – Carmine Autorino, In attesa del “nuovo” Messale. Come accogliere la terza edizione italiana del Messale Romano, a cura di Salvatore Esposito (Presentazione del Card. Crescenzio Sepe), ELLEDICI, Torino 2020, pp. 142-143.