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martedì 27 luglio 2021

UN MANTRA PER CONVINCERSI DI STARE DALLA PARTE GIUSTA

 



 

Tra le numerose reazioni alla pubblicazione del Motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco, mi ha colpito quella, particolarmente violenta, del Prof. Roberto De Mattei, dal titolo “Traditionis custodes: una guerra sull’orlo dell’abisso”, testo pubblicato nel sito “Corrispondenza Romana” il 19 luglio 2021. Secondo Roberto De Mattei, “l’intento del Motu proprio di Papa Francesco Traditionis custodes, del 16 luglio 2921, “è quello di voler reprimere ogni espressione di fedeltà alla liturgia tradizionale, ma il risultato sarà quello di accendere una guerra che si concluderà inevitabilmente con il trionfo della Tradizione della Chiesa”. E alla fine del lungo post, De Mattei rincara la dose: “Se la violenza è l’uso illegittimo della forza, il Motu proprio di Papa Francesco è un atto oggettivamente violento perché prepotente e abusivo”.

https://www.corrispondenzaromana.it/traditionis-custodes-una-guerra-sullorlo-dellabisso/

Meraviglia, poi, che un eminente professore di storia del cristianesimo affermi che l’ordinamento liturgico anteriore al Vaticano II sia l’autentica espressione della “liturgia tradizionale” e, in particolare, che l’Ordo Missae del Messale del 1962, sia la “Messa tradizionale”, la “Messa di sempre” che risale alla “tradizione apostolica” e perciò espressione della “lex orandi tradizionale” anzi della “immutabile lex orandi della Chiesa”. E che quindi “nessun Papa ha il diritto di abrogare o mutare un rito che risale alla Tradizione apostolica”. Non c’è da meravigliarsi, continuando la lettura del testo, che nel parlare della comunione in mano, la si consideri una “dissacrazione”, con buona pace di tutti coloro che si sono comunicato in questo modo durante i primi otto secoli. Naturalmente, per il professore, l’ordinamento liturgico anteriore al Vaticano II “non è stato mai giuridicamente abrogato”. Si tratta di affermazioni gravi e gratuite, tutte da provare, che i gruppi del cosiddetto “usus antiquior” ripetono da tempo come un mantra per convincere se stessi di trovarsi dalla parte giusta. Chi reagisce in questo modo “violento” dimostra di non sentirsi sicuro nella propria posizione e al tempo stesso “giustifica” abbondantemente il deciso intervento di Papa Francesco.