Translate

domenica 19 settembre 2021

Sal 133 (132) Inno all’amore e alla concordia

 



1Canto delle salite. Di David

Ecco, com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme!

2È come olio prezioso versato sul capo,
che scende sulla barba, la barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
3È come la rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre.

 

Il Sal 133 è il penultimo salmo dei quindici salmi delle ascensioni. Celebrando le fraterne riunioni di vita comune e di preghiera, che caratterizzavano i pellegrinaggi degli Israeliti a Gerusalemme durante le solennità festive, il nostro salmo esalta la dolcezza del ritrovarsi insieme uniti in cuore e anima intorno a quel Dio che aveva fatto d’Israele la sua assemblea, chiamata dal libro di Neemia la “comunità di Dio” (Ne 13,1, cf. Es19).

L’olio profumato che tutto permea della sua fragranza e la rugiada che tutto avvolge nel suo manto di freschezza, diventano simboli della felicità che scaturisce dall’amore e dalla concordia nella comunità d’Israele e di tutti gli uomini. Questo breve salmo è articolato in modo molto chiaro: sentenza enunciativa iniziale (v. 1); due paragoni illustrativi (vv. 2-3ab); affermazione conclusiva, ossia benedizione del Signore (v. 3cd).

Il versetto iniziale esprime stupore per la piacevole gioia che si trova nell’unità in mezzo al popolo di Dio. Il testo ebraico che sta dietro l’espressione “popolo di Dio” (‘ahîm), letteralmente significa “fratelli”. La gioia della vita fraterna è profumata come balsamo prezioso (v. 2) e rinfrescante come la rugiada che all’alba impregna e feconda di sé il terreno (v. 3ab). Con notevole insistenza, il salmista annota innanzitutto che tale comunione fraterna “scende” da Dio (verbo ripetuto 3 volte in 4 righe), è dono, è grazia. Questa caratteristica è ulteriormente precisata dai dettagli dipinti nei due paragoni.

L’olio profumato è quello dell’unzione del Sommo sacerdote, discendente di Aronne. Non è privo di importanza che quest’olio scenda dalla barba fino al collo del sommo sacerdote, dove egli portava il pettorale, una borsa decorata da dodici pietre preziose con le lettere iniziali dei nomi delle dodici tribù di Israele (cf. Es 2829-30). La fraternità è una realtà sacra che ha in sé la stessa forza di una consacrazione che pervade tutto l‘essere, che coinvolge lo stesso fisico della persona (in Oriente, la barba era simbolo di virilità e vitalità) e la sua dignità, incarnata nella veste.

Quanto alla rugiada, immaginata dagli antichi come discendente dal cielo, alla stregua della pioggia, essa è detta scendere dal monte Ermon sui monti di Sion. Questa immagine è volutamente priva di ogni verosimiglianza: l’Ermon (2760 metri), l’unica vetta ricoperta di neve in Israele, si trova a 180 Km a nord di Gerusalemme; è citato spesso nella Bibbia, in quanto confine nord della Terra promessa, e come luogo probabile della trasfigurazione di Gesù, in alternativa al Monte Tabor. Con un’iperbole, il salmista si immagina che la rugiada sia come un’inondazione che dal nord della Palestina scende al sud a bagnare anche l’arida Gerusalemme. Un’immagine di freschezza in un mondo assolato e bruciato. Solo questa rugiada gratuita può far germogliare in pienezza la benedizione della vita fraterna. “Là” dove i fratelli e le sorelle sono riuniti gioiosamente, “il Signore manda la benedizione, la vita per sempre” (v. 3cd). La fraternità è anticipazione già qui e ora, preludio sinfonico di vita eterna. Quella vita che sarà piena e definitiva alla fine dei tempi.

L’amore fraterno è qualcosa di sacro, come l’olio che consacrò Aronne, è qualcosa di vitale, come la rugiada di un monte pingue, l’Ermon; esso è una benedizione che attira tutte le benedizioni (cf. Mt 18,19-20).

La storia d’Israele conobbe soltanto dei brevi periodi in cui una tale unità fu raggiunta, e anche allora lo fu solo in maniera imperfetta. Si può imparare quanta benedizione vi sia nell’unità anche dalla mancanza di unità. Situazioni conflittuali richiedono maggiori energie, mentre un’armoniosa unità significa che la comunità nel suo insieme, può conseguire degli obiettivi con minore difficoltà.

Essere fratelli e sorelle, vivere insieme in armonia: in un‘epoca segnata più che mai dall’individualismo, può diventare difficile apprezzare la bellezza di parole così semplici e, allo stesso tempo così profonde, gravide di valori che ormai, quasi, non appartengono più alla nostra società.

La Chiesa, e noi in essa, preghiamo i salmi da una prospettiva cristiana. La Liturgia delle ore propone il Sal 133 (132) il Venerdì della Quarta settimana all’Ora media. Il titolo dato al salmo è “Gioia dell’amore fraterno”, e il versetto del Nuovo Testamento scelto come sottotitolo del salmo è At 4,32: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola”.

“Noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12,5), e da Cristo “tutto il corpo ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo di edificare se stesso nella carità” (Ef 4,16).

Così, la carità di Dio si comunica dal capo, che è Cristo, alle membra, come un’unzione sacra, che è anche consacrazione per un servizio di amore. “Dio ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza. Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono” (2Cor 2,14-15). Queste parole di san Paolo ci fanno capire che la prima e fondamentale testimonianza che come cristiani siamo chiamati a rendere è quella della nostra vita fraterna.

 

Preghiera:

Discenda, Signore, sulla tua Chiesa

la rugiada della tua grazia,

perché nell’unità che domandasti per noi

ci ritroviamo con te,

nel Padre, nel gaudio dello Spiriti Santo.

 

Bibliografia: Spirito Rinaudo, I salmi preghiera di Cristo e della Chiesa, Elle Di Ci, Torino-Leumann 1973; Vincenzo Scippa, Salmi, volume 1. Introduzione e commento, Messaggero, Padova 2002; Ludwig Monti, I salmi: preghiera e vita, Qiqajon, Comunità di Bose 2018; Temper Longman III, I salmi. Introduzione e commento, Edizioni GBU, Chieti 2018.