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domenica 23 gennaio 2022

Sal 62 (63) L’anima assetata del Signore

 



 


1Salmo. Di Davide, quando era nel deserto di Giuda

 

O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.

Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.

Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.

Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.

A te si stringe l'anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.
10 Ma quelli che attentano alla mia vita
scenderanno nel profondo della terra,

11 saranno dati in potere alla spada,
diverranno preda di sciacalli.
12 Il re gioirà in Dio,
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.


 

 

La Liturgia delle ore propone i vv. 2-9 del salmo 62 nelle Lodi mattutine della domenica della prima settimana nonché nelle Lodi delle feste e solennità. Nel libro liturgico, il sottotitolo al salmo si ispira al  Commento ai Salmi di Cassiodoro (sec. VI): La Chiesa ha sete del suo Salvatore, bramando di dissetarsi alla fonte d’acqua viva che zampilla per la vita eterna. Si tratta del salmo mattutino più tradizionale, che risale alla stessa liturgia giudaica. Questo salmo viene collocato tra le lamentazioni individuali ed è considerato come uno sviluppo storico e psicologico del salmo 60: “Ascolta, o Dio, il mio grido...” Il v. 1 individua il compositore del salmo in Davide e l’originaria struttura del testo è una riflessione che allude probabilmente alla fuga di Davide nel deserto causata dalla rivolta di suo figlio Assalonne (cf. 2Sam 15,13-28). È, invece, meno probabile che si alluda al periodo in cui Davide fuggiva da Saul (cf. 1Sam 23,14-26,25). Le battute imprecatorie dei tre ultimi versetti (stralciati nella Liturgia delle ore), fanno riferimento ad una realtà contingente e fosca, delimitata in un determinato episodio storico.

 

Il nostro salmo è un vero e proprio canto del desiderio e della ricerca di Dio, che coinvolge tutto l’essere dell’orante, con particolare attenzione alla sua dimensione corporea e sensoriale: sete, carne (v. 2), occhi che vedono e contemplano (v. 3), labbra che lodano (v. 4), mani alzate in preghiera (v.5), bocca che mangia (v. 6). Fin dalle prime luci dell’alba, il salmista si rivolge a Dio, la cui presenza per lui è vitale come l’acqua per una “terra deserta, arida” (v. 2; cf. Sal 142,6). Se al momento Dio sembra essere percepito come assente, il salmista confessa che ha avuto nel passato un’esperienza ricca e vitale della presenza di Dio nel santuario, dove ha potuto contemplare la “sua potenza e la sua gloria” (v. 3). E qui il salmista, continuando il suo colloquio con Dio,  afferma: “la  tua grazia vale più della vita” (v. 4), parole che sono una vera e propria dichiarazione di amore. Dio è il suo bene supremo e perciò lo benedice e lo loda (vv. 5 e 6). La presenza di Dio lo appaga più di quanto il cibo più prelibato possa soddisfare la sua fame (v. 6). E se all’inizio ha detto “all’aurora ti cerco”, ora afferma che nella quiete della notte ricorda e pensa a lui (v. 7). Dio è stato il suo aiuto e la sua gioia in mezzo alle difficoltà della vita e si è preso cura di lui come una chioccia protegge e offre riparo ai suoi piccoli (v. 8). L’espressione “a te si stringe l’anima mia” manifesta l’affidamento totale al Signore che lo sostiene con la forza della sua destra (v.9). Questa totale fiducia in Dio lo rende sicuro anche di fronte ai suoi nemici (vv. 10, 11, 12).

 

Troviamo nel Salterio altri salmi che esprimono la nostalgia di Dio con intensità ed immagini uguali o simili. Così, ad esempio, il Sal 41,3: “L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto il volto di Dio?”. L’orante del Sal 56 esordisce con questa supplica: “Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te si rifugia l’anima mia; all’ombra delle tue ali mi rifugio” (v.2). L’imprecazione contro gli aggressori del Sal 58 termina con queste bellissime parole: “Ma io canterò la tua forza, esalterò la tua fedeltà al mattino, perché sei stato mia difesa, mio rifugio nel giorno della mia angoscia” (v. 17). Il motivo centrale del Sal 61 è espresso nel ritornello in cui l’orante proclama che solo Dio è il suo riposo, la sua salvezza e la sua incrollabile difesa (vv. 2,3,6,7).

 

Sulla dimensione cristiana del Sal 62, poissiamo citare anzitutto Sant’Agostino, il quale afferma: “Questo salmo si recita nella persona del Signore nostro Gesù Cristo, del corpo e delle membra [...] Ascoltiamo, dunque, questo salmo e comprendiamo che in esso parla Cristo” e noi con lui (Esposizioni sui salmi, 62, 2). Incarnandosi, il Figlio di Dio si è reso interprete presso il Padre di tutti noi. Nessuno ha desiderato con tanto ardore l’unione intima con Dio come l’essere umano di Gesù. D’altra parte, nel leggere l’esordio del salmo, dove il salmista paragona il suo desiderio di Dio alla sete, ricordiamo le parole di Gesù: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva” (Gv 7,37). E Nell’Apocalisse, il Gesù ormai glorioso potrà riaffermare: “Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita” (Ap 22.17). Preghiamo quindi il salmo consapevoli che nel nostro Salvatore si placa e si sazia la nostra sete di Dio (cf. Gv 4,14).

 

Le Lodi mattutine della domenica celebrano, in modo particolare, il mistero della risurrzione del Signore per cui è spuntata in noi l’aurora della salvezza. In quell’ora, il salmo 62 diventa sulle labbra della comunità orante un’espressione di amore, di attaccamento e di ardente anelito al Signore risorto.

 

Preghiera: Fin dal primo mattino ci rivolgiamo a te, o Padre, perché sei l’unico nostro sostegno: solo in te trova ristoro la nostra sete infinita; guida i nostri passi nei momenti bui della vita fino a quando potremo contemplare il tuo volto nella gloria.

 

 

Bibliografia: Spirito Rinaudo, I salmi preghiera di Cristo e della Chiesa, Elle Di Ci, Torino-Leumann 1973; David M. Turoldo – Gianfranco Ravasi, “Lungo i fiumi… I Salmi. Traduzione poetica e commento, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1987; Angel Aparicio – José Cristo Rey García, I Salmi preghiera della comunità. Per celebrare la Liturgia delle Ore, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1995; Vincenzo Scippa, Salmi, volume 1. Introduzione e commento, Messaggero, Padova 2002; Ludwig Monti, I salmi: preghiera e vita, Qiqajon, Comunità di Bose 2018; Temper Longman III, I salmi. Introduzione e commento, Edizioni GBU, Chieti 2018.