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domenica 24 luglio 2022

LE PAROLE DEL SACRO

 



 

“Sei un mito”, “È un mistero”, “Non fare l’eroe”. Sono frasi che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano. Ma come venivano usate le parole mito, eroe e mistero in origine? E attraverso quali passaggi si sono trasformate per arrivare al significato che hanno oggi? Il linguaggio religioso dei greci ha subito bizzarre trasformazioni nella modernità, spesso laicizzandosi, e perdendo ogni rapporto con la dimensione del sacro. Si pensi al caso della parola “orgia”, anticamente legata al mondo dei riti religiosi, ma poi risemantizzata in un senso profano e, addirittura, osceno. È successo però anche il contrario. Parole che all’inizio non avevano nulla a che fare con il culto divino sono diventate pilastri linguistici della nuova religione di Gesù. Cristo, Vangelo, Chiesa, cattolico, angelo, diocesi, vescovo: tutti termini il cui uso nel mondo pagano rinviava spesso a significati e contesti d’altro genere. Mentre toccherà a una parola inventata da Platone, “teologia”, designare quella scienza suprema del divino che i grandi maestri come Pietro Abelardo o Tommaso d’Aquino insegnavano nelle università medievali.

 

Fonte: Giorgio Ieranò, Le parole della nostra storia. Perché il greco ci riguarda, Marsilio, Venezia 2022, p. 61.