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domenica 22 giugno 2025

LE PAROLE

 



Le parole sono importanti perché danno espressione a ciò che noi, come comunità nel mondo e, andando indietro, nel tempo, crediamo circa la missione che ci è stata affidata in quanto discepoli. Le parole inoltre esprimono, rendono pubblico, quel che c’è nei nostri cuori. Le parole, le nostre parole e il nostro desiderio di usarle, sono ciò che ci rendono umani e rivelano chi siamo come individui e come comunità. Proviamo paura al pensiero di venir messi a tacere - e inorridiamo al pensiero di non essere in grado di parlare e di esprimere il nostro amore per chi ci circonda. Le parole sembrano tanto semplici - ma dove saremo senza di loro?

Usiamo le stesse parole più e più volte così che, ripetendole, esse penetrano nella nostra coscienza - ma in questo modo sorge anche il pericolo che possano ridursi a una formula, una tiritera, ripetuta a pappagallo, “solo parole”, insomma. Ma le parole hanno un valore. Esse ci uniscono come esseri umani, ci consentono di capire, di crescere come discepoli e di lodare il nostro Creatore. Una umanità senza parole sarebbe, in tutti i sensi “impedita”. Tuttavia, se le parole che descrivono delle azioni e delle cose non si collegano a quelle azioni e a quelle cose, perdono il loro significato. E quando ciò accade, le abbandoniamo perché non sono altro che rumore, o ne diffidiamo come fossero fumo negli occhi.

Non possiamo celebrare senza parole, ma se le parole hanno smarrito il loro legame di senso con il resto della vita, allora non avremo una celebrazione liturgica…

Fonte: Thomas O’Loughlin, Quale Mensa per noi tu prepari! L’Eucaristia come evento che plasma un popolo, Queriniana, Brescia 2025, pp. 47-48.