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domenica 29 aprile 2018

LE BRACCIA ALLARGATE DURANTE LA RECITA DEL PADRE NOSTRO






Ho ricevuto da L.R. la seguente domanda: “Ho letto che allargare le braccia, come fa il sacerdote durante la recita del Padre nostro nel corso della Messa, non è permesso a noi laici. È vero?”. La risposta a questa domanda la si trova nel Messale Romano in lingua italiana, dove sono riportate alcune indicazioni che la normativa liturgica affida alle Conferenze Episcopali nazionali:

“Durante il canto o la recita del Padre nostro si possono tenere le braccia allargate; questo gesto, purché opportunamente spiegato, si svolga con dignità in clima fraterno di preghiera” (CEI- Commissione Episcopale per la Liturgia, Precisazioni circa la normativa liturgica, seconda edizione italiana, LEV, Città del Vaticano 1963, p. LI).

Se in passato, nella liturgia romana, il Padre nostro fu considerato preghiera presidenziale, con la riforma promossa del Vaticano II è diventato preghiera dell’intera assemblea. Pregare con le braccia allargate evoca l’atteggiamento biblico dell’orante e della tradizione cultuale cristiana. Come diceva papa Francesco nella sua catechesi del 14 marzo scorso, il Padre nostro non è una delle tante preghiere cristiane, ma è la preghiera dei figli di Dio: è la grande preghiera che ci ha insegnato Gesù”.

Non è opportuno invece, come talvolta si fa, che i fedeli si prendano per mano durante la preghiera del Padre nostro. È un atteggiamento cameratesco che non si addice al contesto della celebrazione liturgica.